Nessun aiuto in vista.
Nessuna risposta agli sos gorgogliati tra una bevuta d’acqua e l’altra.
Dopo aver nuotato e annaspato e bevuto acqua a lungo per giorni, in interminabili discussioni, tentativi di chiarimento, giustificazioni, esempi, l’ultima spiaggia era mettermi a fare il morto.
Gli occhi come obbiettivi di macchine reflex senza rullino, orecchie come ingresso e uscita d’autostrada con lo sciopero dei casellanti. Tono muscolare della consistenza di un marshmallow.
Quando naufrago ho bisogno solo di tempo, solo un po’. Abbi pazienza. Poi passa.
Forse è un problema di pulizia mentale, di scorie accumulate che distorgono i segnali di comunicazione tra i neuroni che così non si capiscono più. Uno spinge e l’altro tira, tutti che urlano e nessuno che ascolta, non collaborano, esauriscono l’energia e alla fine si spengono.
Alla vista del me morto gli occhi di lei occhi schizzavano a sinistra come biglie metalliche vibranti, attratte da una potente calamita appoggiata alla tempia, e iniziava il bombardamento con le solite identiche domande alle quali avevamo già trovato mille volte risposta, sempre le stesse, il cui sunto era: non ti piaccio più, non stai bene con me, non mi ami, mi hai fatto solo perdere del tempo.
A quel punto avrei dovuto sostenere un’arringa, sfoderare l’impegno oratorio, l’insinuante persuasione, muovere affetti e sentimenti.
Impegnandomi al massimo, tutto quello che riuscivo a dire era un: “non lo so”.
48, morto che parla.
Lei proprio non mi sopportava da morto, neanche da vivo in verità, ma da morto di più.
A quel punto si alzava, raccoglieva le proprie cose compattandole nella borsa e abbandonava la camera ardente.
Mi dispiace che ora lei non sia qui.
Vorrei dirle che mi sento morto dentro quando non mi piace il mio corpo, quando mi sento vecchio e stanco, quando non ho avuto tempo per me stesso, quando non ho avuto la possibilità di vederla o di dirle una cosa proprio in quel momento, quando non riesco bene nel lavoro, quando non mi sento all’altezza, quando non mi sento in diritto di desiderare, di ricevere piacere.
Ora saprei cosa dire ma non sapendo a chi, me la racconto.