Alle intersezioni e agli angoli del tempo
siamo i fuoriusciti di un altro destino, di un altro mondo
- forse non ci sono più strade -
verso i limiti della città o della notte,
ai suoi contrafforti
ai ponti, dietro i binari
Sono le barricate del nulla
la predestinazione inconcepibile
di convogli umani senza biglietto
di un viaggio di non appartenenza
senza approdo, senza miraggio, indifferenza
alle distanti latitudini
agli antipodi della bidonville dei nostri cuori
un impossibile viaggio
che non si spiega
Intensamente bivaccano le ansiose chimere
è una fragranza che cade,
e non è poesia,
nelle strade, sotto i ponti
oltre le palizzate
nelle ingiurie della retrovia
è quello che accade
e di un canto si schiudono le persiane, lungo la via
irrompe una forza inerme, retrograda
davanti alle fontane e davanti ai portoni del tempo,
la città non ne viene neppure lambita
è un sogno o è la nostra vita
ad uscire per strada
viziata dall'aria di questo ineffabile declino
tutto è perso, nell'indagine e nel suo converso
questo mattino,
sotto le barricate
e le false, proferite dichiarazioni
dello speaker spettinato
che non si interroga, dietro il vetro incrinato
E' una farsa, una burla e già prima di averlo svelato
non vi è uno solo a scommetterci, azzardando
in tutto questo infamante disastro programmato
vendicante viaggio, distante congiura
si muore ai margini di una falsa attesa
o letteratura,
che digrada lungo il boulevard
sulla costa nordoccidentale
e del tuo volto, di estraniante dolcezza
Tutto è perso, nell'indagine e nel suo converso,
nascosto dalle menzogne del manovratore perverso,
dei cui lineamenti non è dato inferire,
benché arrischiato a dadi, sulla via di nessun valore attestato
dell'ovvio neppure ci si interroga,
dietro il vetro incrinato, a ripetizione
è una gragnuola di false notizie
preconfezionate
per il pubblico dei devoti
del nuovo credo istituzionalizzato
E' il tuo doppio, e la sua insanabile, sfuggente negazione
o inscenato degrado, il giuoco malato di un folle
o il beffardo inganno di un cieco falsamente accreditato
è la triste realtà che reclama a gran voce
verità e cittadinanza di informazione
è l'informazione che chiede asilo politico in questa nazione
spenta di sogni, d'ogni illusione
ma già insorgente di malcontento
e di sommossa, verso il finale teatro
nella farsa epilogo, che non è più incertezza, né vento
ma solo la foglia tremula che si distacca in un momento
per questo, non è possibile, già oggi
non più ci si può inoltrare al di là delle scogliere del dubbio
nessuno può lanciare o arrischiare il cuore al di là dei limiti del conosciuto
Nessuno è dissetato ai cigli di questo preordinato rifiuto
a lato della via stonano anche i cantori, i musicanti, le osterie, a notte alta
e invano sonnambuli pensieri avanzano un qualche diritto di cittadinanza
ora le ombre della notte inghiottono indefettibilmente il sonno e ogni meraviglia
e della sua corte di artisti di strada, a soggetto,
a poco a poco si dileguano i lievi fardelli, dalle città
dalle bidonville
adesso, solo i senza dimora possono assaporarne l'anima,
addormentandovisi morbidamente al centro, tintinnante o sordo,
del loro martirio inutile, al passaggio dei bidoni del lattaio
nel vento di ieri, abusato, dei santi e degli eretici
e della morte innocente e vana di miscredenti e filosofi
su questa spiaggia, erosa dalla precarietà e dal male
della incoscienza umana, che si sta giocando tutto a carte,
inclusa la vita, alle soglie di questa guerra transumana post-digitale
a questi lidi che riecheggiano di inutili appelli e preghiere
dove la guerra sarà nucleare davvero