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Poesia

Ai limiti della notte

Pubblicato il 24/09/2022

dell'ovvio neppure ci si interroga, dietro il vetro incrinato, a ripetizione, è una gragnuola di false notizie preconfezionate per il pubblico dei devoti del nuovo credo istituzionalizzato, la triste realtà che reclama a gran voce verità e cittadinanza di informazione

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Alle intersezioni e agli angoli del tempo

siamo i fuoriusciti di un altro destino, di un altro mondo

- forse non ci sono più strade -

verso i limiti della città o della notte,

ai suoi contrafforti

ai ponti, dietro i binari


Sono le barricate del nulla

la predestinazione inconcepibile

di convogli umani senza biglietto

di un viaggio di non appartenenza

senza approdo, senza miraggio, indifferenza


alle distanti latitudini

agli antipodi della bidonville dei nostri cuori

un impossibile viaggio

che non si spiega


Intensamente bivaccano le ansiose chimere


è una fragranza che cade,

e non è poesia,

nelle strade, sotto i ponti

oltre le palizzate

nelle ingiurie della retrovia

è quello che accade

e di un canto si schiudono le persiane, lungo la via


irrompe una forza inerme, retrograda

davanti alle fontane e davanti ai portoni del tempo,

la città non ne viene neppure lambita

è un sogno o è la nostra vita

ad uscire per strada

viziata dall'aria di questo ineffabile declino


tutto è perso, nell'indagine e nel suo converso

questo mattino,

sotto le barricate

e le false, proferite dichiarazioni

dello speaker spettinato

che non si interroga, dietro il vetro incrinato


E' una farsa, una burla e già prima di averlo svelato

non vi è uno solo a scommetterci, azzardando

in tutto questo infamante disastro programmato

vendicante viaggio, distante congiura


si muore ai margini di una falsa attesa

o letteratura,

che digrada lungo il boulevard

sulla costa nordoccidentale

e del tuo volto, di estraniante dolcezza


Tutto è perso, nell'indagine e nel suo converso,

nascosto dalle menzogne del manovratore perverso,

dei cui lineamenti non è dato inferire,

benché arrischiato a dadi, sulla via di nessun valore attestato


dell'ovvio neppure ci si interroga,

dietro il vetro incrinato, a ripetizione

è una gragnuola di false notizie

preconfezionate

per il pubblico dei devoti

del nuovo credo istituzionalizzato


E' il tuo doppio, e la sua insanabile, sfuggente negazione

o inscenato degrado, il giuoco malato di un folle

o il beffardo inganno di un cieco falsamente accreditato


è la triste realtà che reclama a gran voce

verità e cittadinanza di informazione


è l'informazione che chiede asilo politico in questa nazione

spenta di sogni, d'ogni illusione

ma già insorgente di malcontento

e di sommossa, verso il finale teatro

nella farsa epilogo, che non è più incertezza, né vento

ma solo la foglia tremula che si distacca in un momento


per questo, non è possibile, già oggi

non più ci si può inoltrare al di là delle scogliere del dubbio

nessuno può lanciare o arrischiare il cuore al di là dei limiti del conosciuto


Nessuno è dissetato ai cigli di questo preordinato rifiuto

a lato della via stonano anche i cantori, i musicanti, le osterie, a notte alta

e invano sonnambuli pensieri avanzano un qualche diritto di cittadinanza


ora le ombre della notte inghiottono indefettibilmente il sonno e ogni meraviglia

e della sua corte di artisti di strada, a soggetto,

a poco a poco si dileguano i lievi fardelli, dalle città

dalle bidonville


adesso, solo i senza dimora possono assaporarne l'anima,

addormentandovisi morbidamente al centro, tintinnante o sordo,

del loro martirio inutile, al passaggio dei bidoni del lattaio

nel vento di ieri, abusato, dei santi e degli eretici

e della morte innocente e vana di miscredenti e filosofi


su questa spiaggia, erosa dalla precarietà e dal male

della incoscienza umana, che si sta giocando tutto a carte,

inclusa la vita, alle soglie di questa guerra transumana post-digitale

a questi lidi che riecheggiano di inutili appelli e preghiere

dove la guerra sarà nucleare davvero

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scuttarigiulia ha votato il racconto

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Alba ha votato il racconto

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BellissimaSegnala il commento

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Sanros ha votato il racconto

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Struttura importante Da annotare come si raffigura una tirannia dell informazione veicolata . Loro .. ecco che l Orwelliano affresco, come spesso si trova scritto, emerge in tentacolari e lovecraftiane presenze ...nella testa della GENTE ... in maiuscolo proprio perchè lontano e neutro da villaggio, paese, nazione, comunità, VOLK. Segnala il commento

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AntoS ha votato il racconto

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Messina Giuseppe ha votato il racconto

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Una delle tue migliori, molto apprezzata Segnala il commento

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Frato ha votato il racconto

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BellissimaSegnala il commento

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Shirah ha votato il racconto

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sinapsineuronica ha votato il racconto

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Ehilà, un inno grandioso alla vita, alla bellezza, all'ottimismo della ragione, all'intelligenza degli esseri umani, alla perfezione della natura e dell'universo, ai nobili sentimenti di fratellanza, all'amore che pervade ogni cosa. Grazie, ci voleva!Segnala il commento

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Jordan ha votato il racconto

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I tuoi versi sono grandiosi, bellissimi, intrisi da dolore, amore e speranza.Segnala il commento

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Imago ha votato il racconto

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Stefano Sabattini ha votato il racconto

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Italo ha votato il racconto

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In questo versi echeggiano i disastri umani, con tutti i suoi interrogativi. Pregna di pathos e reale visione, anche se agli estremi Segnala il commento

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omALE ha votato il racconto

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Volare alto o volare basso...versi che richiamano a interrogarsi e fare domande Strano oggi ho scritto e pubblicato su typee e poi ho letto la tua poesia e ho trovato una certa corrispondenza siamo stati scossi dallo stesso vento, chissa'?Segnala il commento

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Anonimo ha votato il racconto

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Quanti aggettivi potrei usare per questa bella poesia?...dico solo: sorprendente!Segnala il commento

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Tella ha votato il racconto

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Davide Marchese ha votato il racconto

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La paura è un braciere il cui sibilo del cieco alimenta col terrore della solitudine. Siamo tutti inconsapevoli in uno sguardo che luce non dona. La tua poesia è una tempesta, leggerti significa sentirsi come una vigna saccheggiata. Ciao Urbano!Segnala il commento

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Sofia Nebez ha votato il racconto

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Antonio M. ha votato il racconto

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Adesso, dopo la lettura di questa tranquillizzante poesia, vado a pranzare. Un piatto di lenticchie, un po' di frutta e mezzo bicchiere di vino rosso, sereno, sereno... e la life continua!Segnala il commento

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di Urbano Briganti

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