Fu dall’insofferenza
che mi si videro strappate
lacrime che in quel giorno si gelarono,
al vento che portò ai vortici
di chi assieme vi ci giocò.
L’umano si vide solo,
soltanto correndo tra le nubi
cancellato dalle azioni
di chi pensò soltanto
:-Senza colpa – or respiro
l’assaggio nostro
per le vostre,- bruciate-
tra le secche lande
che ci avete lasciato-:
E’ il calvario tra le tombe
di chi fu cancellato
dalle stoffe riservate
a chi innocente non fu mai stato.
Torbide vengono le cascate
al mio lutto partorito,
annegato tra i sapori
assaggiati col respiro.
Tacita è l’urna vostra
per ancor chi urla
la vittoria nel fascio
delle sofferenze altrui,
Ma qui or danzano gli uomini
che in un silento volo
ancor cantano
:-Che le nostre ceneri
possano diventar malta
per ricostruire
un mondo migliore-:
Sentii questo
tra i miei singhiozzi
avidi di speranza
giovane,
per il cuor rinato
Ridarò vita
al vostro mai sterile
incenerito volo.
E così risposi...