Scendendo le scale che portano alla piazza principale, Alice sentii dietro alle sue spalle dei passi, lei presa da panico si voltò di scatto, ma non vide nessuno. E proseguii affrettando il suo di passo, vedo la piazza dove da lì a poco avrebbe incontrato Manuel; che lei amava tanto, forse troppo. Alice era bellissima, slanciata occhi verdi, capelli neri lunghi; era un vero tesoro di ragazza, amava la vita gli animali, era molto sensibile e femminile. Lei sapendo che Manuel la stava aspettando era era molto radiosa e felice, le brillavano gli occhi. Per cui quel giorno lei indossò il suo vestito preferito che piaceva tanto a lui: era bianco a fiori rosa e un morbido golfino rosa sulle spalle con tacchi a spillo. Lei viveva in Lombardia con sua madre, in un ma cittadina tranquilla circondata da vigneti e frutteti; era nata e cresciuta lì e aveva molti amici. Alice arrivata finalmente in piazza si guardò in torno ma di Manuel nemmeno l'ombra. Che strano pensò Alice, lui era sempre così puntuale. La piazza era quasi deserta, c'erano pochi anziani seduti ai tavolini del vicino bar e poche macchine in giro. Alice alzò lo sguardo verso l'orologio del campanile e i pensieri invasero la sua mente. E come un automa prese il suo cellulare dalla sua borsa, e provò a chiamarlo, ma questo risultava spento. Alice sbuffò e decise di sedersi su un muretto ai piedi della grande fontana che si trovava al centro della piazza. Era impaziente e così guardò di nuovo l'orologio, erano passati solo cinque minuti, ma per lei le sembravano un'eternità. Pensò che forse Manuel era in ritardo per un contrattempo e che prima o poi sarebbe arrivato. E si rassegnò. Ma all'improvviso in lontananza vide arrivare la sua amica Federica ma gli amici la chiamavano Fede. Alice gli andò incontro, dicendogli: _Ciao Fede come va?_ E lei:_ Bene, ma come mai sei qui?_ E Alice:_Sto aspettando Manuel, ma ancora non si vede; strano in genere è così puntuale._ Ci fu un attimo di silenzio. Alice notò che Fede aveva gli occhi bassi verso sinistra e un'aria preoccupata; vide che si mordeva il labbro inferiore. Per cui le chiese:_Che c'è Fede hai una faccia! _E lei:_Niente, non è niente, tutto a bene._Ma Alice non le credette; e con fare sempre più incalzante, con tono più deciso, disse di nuovo:_Fede guardami che c'è?_Fede era nel panico, non sapeva cosa fare, se parlare o tacere per non compromettere la loro amicizia. Ma poi presa alle strette Fede vuotò il sacco e disse:_Alice mi dispiace ma quello che sto per dirti non ti piacerà._ Alice rimase un attimo confusa con lo sguardo nel vuoto, non sapere cosa pensare, ma poi rivolgendosi a lei disse: _Che c'è parla ti prego non farmi stare sulle spine. C'entra qualcosa il mio ragazzo?_ Fede rispose quasi balbettando:_ Un'ora, un'ora fa circa ho visto Manuel, su alla Rotonda (era un piazzale che dominava la valle dove si fermavano le coppiette) Alice rimase immobile sembrava una statua con la bocca aperta. Ci fu un attimo di silenzio, Alice sbiancò di colpo era come se il suo cuore si sia fermato all'istante. Fece un lungo respiro, sentiva crescere la rabbia dentro di se e disse a Fede:_ Chi c'era con lui?_ E Fede:_ Non lo so, non la conosco, non l'ho mai vista qui, sicuramente è una che viene da fuori, Alice sentiva una rabbia mista a delusione, non se lo aspettava che Manuel la presse tradire così. Lei scuoteva la testa e a voce bassa ripeteva più volte: _Non è possibile, non è possibile._ Alice si sedette su un muretto con il viso fra le mani mentre lacrime amare scendevano copiose dal suo viso. Fede si sedette accanto a lei, mettendogli un braccio sulla spalla, cercando di consolarla al meglio, e rimasero abbracciate. Dopo un po' arrivò Manuel, bello come il sole moro occhi neri, muscoloso nella sua maglietta nera attillata, da l'aria spavalda. Alice appena lo vide gli si scagliò contro dandogli: schiaffi pugni e anche calci. Lui le bloccò prontamente le mani, spingendola via, Alice gli gridò in faccia il suo disprezzo,il suo odio dicendogli:_ Vattene non ti voglio più vedere, mi fai schifo. Manuel si rese conto che lei aveva scoperto il suo tradimento, e cercò in tutti i modi, ma ormai era troppo tardi. E non gli restava altro che abbandonare il campo; così gli voltò le spalle e andò via lasciando Alice in lacrime. Fede l'abbracciò cercando di consolarla come poteva, e gli disse:_Andiamo via ti accompagno a casa._ E lei rispose:_ No ti prego posso venire dato te?_ Si rispose lei; insieme si alzarono e si avviarono verso casa di Fede... Il tradimento è una di quelle cose che non vorresti mai provare sulla tua pelle perché ti squarcia l'anima, rendendoti la vita difficile. Perché sai che prima o poi incontrerai un nuovo amore, e forse lo vivrai sempre con i dubbi che l'altro/a non ti metterà le corna un domani. Mai dire mai.


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Commenti degli utenti
Coscienza fantasma ha votato il racconto
Esordiente
Anonimo ha votato il racconto
Esordiente
Paolo Fiorito ha votato il racconto
Scrittore
Racconti una storia in modo eccessivamente ingenuo e lineare ma mai spiacevole, tanto da costringere alla lettura fino alla fine aspettando un colpo di scena che invece non c’è. Tutto è lineare e scontato ma piacevolmente spontaneo. Segnala il commento
Franco 58 ha votato il racconto
Esordiente
Scritto con la voglia e il bisogno di scrivere, " a pelle", mi verrebbe da dire, ma con un linguaggio un po' troppo ingenuo e naif. Però è un racconto fresco, immediato, che trasmette delle sensazioni tenere e fanciullesche, e una visione della gelosia, che in fondo non cambia mai, sostanzialmente, per la maggior parte di noi, se non per i "filtri" emozionali ed esistenziali dei quali ci siamo muniti, "strada facendo", come diceva Claudio Baglioni, alcune decine di anni fa. Segnala il commento