Sono estremamente commovevole di parlare con voi, ma non con uno scibile umano, ma un dirigibile alieno, là sulla collina dei ciliegi a due passi dalla valle delle paludose palle.
Sono esterre e fatto di questo contatto collaborante, vi saluto conmensali e contescendi, in questo incontro degustante brodo di pollo e pelle di zerbino, questo piccolo animaletto mezzo figo, un po' culetto.
Vi deriderei tante cose, vi scollerei la cravatta, vi scompiscerei dalle risaie e poi pesci lessi vi arrostirei sopra la panca, dove la carpa campa e la cripta crepa.
Annuncio vobis un poker di tris, su questo palco teatrante distante dal normale, astante dal sociale ci sono rospi con le raspe e rane rarefatte, collane di perle morte con bracciali d'oro zucchino.
- S'apre il sudario, gli attori sono attorniati da metri d'incazzati, declamano versetti quelli che dicono surrenalmente: le papere fanno gli gnocchi coi fiocchi d'avena, a colazione un succuloso cappuccetto rosso con latte di giraffa fatta a muffa, un etto di coniglio fatto a figlio -
Io misero teatrante teatino vi racconterò la storia di un cerbiatto con l'ombretto e una ragazza ramazzante il terrazzo capitolino, capito Lino!!!
Il cerbiatto camminava e fumava uno spinello fatto con canna di bambù, quando incontrò sta ragazza fatta di ramazza e polvere da sparo. La vide così bella, si avvicinò con un fare da cervo vissuto, un quadrumano figo, quasi un cinciallegro.
Le chiese: che ore sono? "Sono le circa meno quasi, rispose lei" - il cerbiatto preso da un effetto la baciò d'un tratto spudorato, un po' cornuto.
Lei prima fece la ritrosa poi posò la scopa e gli salì in groppa. Groppa oggi groppa domani si fece vinta, povera inana rimase incinta. Nacque un bebè con la testa d'uomo e il corpo cervifero, divenne famoso come il "Cervotauro".
Dunquo, dimmi amico: se il cane caneggia, il gallo che fa? Galleggia. Bravo il nostro intellettuologo, e ridimmi: se la piazza piazzeggia, il parco? Parcheggia, ribravo il nostro genio della lampadina a flurescenza.
Mi piacciono molto i tartufi, le tartine e i funghi: i porcini, gli ovuli, gli champignon, quelli velenosi mi fanno morire.
"Che ci fa uno sputo su una scalinata" -Niente, sta per i fatti suoi! "Rifletti uno sputo" -Bagna la scalinata!, te lo dico io: saliva.
Ora bando alle cianfrusaglie, bendo le pialle, vi saluto con in testa un imbuto e cento lire di brillantina, e m'inchino all'ultimo facchino, al finocchietto profumoso di natura e turaccioli incestuosi. E un abbraccio, un caldo ghiaccio in questo inverno freddolato, senza neve né nevischio: "di questo me ne infischio".
Ora torno a casa col treno delle tette e trenta, quello morbidoso e tondo e sullo sfondo la spiaggia delle Hawaii. Sai bisogna viaggiare con la fantasia, con mia moglie mia cognata, e zia Maria.