È sicuro, stanotte non dormirà.
Loro non lo lasceranno dormire. Tutta colpa dell'incipit, l'avrà scritto, cancellato e riscritto almeno una ventina di volte. Sarà l'ultimo volume della serie, così è deciso.
Scrive sempre la sera, tirando tardi e alternando sigarette e caffè. Di notte gli sembra che il tempo si accartocci come un foglio di carta stagnola, a volte invece lo sente dilatarsi mentre le ore annegano in un liquido nero come i fondi di caffè.
"Blu Notte", il primo, aveva visto la nascita del commissario Michele Mori, personaggio anticonformista e incurante delle regole tanto da risultare quasi sgradevole. I lettori però se ne innamorarono e ne decretarono il successo e in breve tempo il libro diventò il best seller dell'anno. Di lì a pubblicare il numero due, "Il nido del corvo," fu una corsa tutta in discesa. La formula, già sfruttata da altri, era quella di costruire un buon giallo attorno alla figura del commissario, il quale a sua volta nascondesse nel suo passato un mistero da svelare solo alla fine. Prima dell'inattesa celebrità era considerato da molti critici letterari uno scrittore mediocre poi, a metà carriera il colpo di genio, l'idea che gli aveva cambiato la vita.
Era stato durante la stesura del terzo volume,"La gabbia", che iniziò a sentirli. In principio erano solo vibrazioni leggere che scuotevano l'aria, bisbigli indistinti, respiri soffocati. Una sera, però, mentre era impegnato in un passaggio cruciale della trama, gli parve di sentirsi chiamare per nome. - Stress - pensò - è soltanto stress. Mi serve una pausa. - Le voci però continuarono, anzi, si fecero più distinte. Adesso poteva individuare intere frasi, sussurrate con tonalità diverse, e riusciva a distinguere le voci maschili da quelle femminili. Diviso tra incredulità e paura, ben presto si rese conto di cosa stesse succedendo. Le voci non parlavano a caso...gli suggerivano come proseguire! La seconda metà del libro venne partorita senza che lui potesse intervenire, scriveva come in trance, le dita volavano sulla tastiera e al momento dei ringraziamenti non seppe chi citare. Aveva scritto quasi ininterrottamente, fermandosi solo per mettere qualcosa nello stomaco e dormire qualche ora. Si sentiva uno schifo, capelli e barba lunghi, casa sporca e odore di chiuso, però finalmente le voci si erano quietate, in modo inversamente proporzionale alle vendite, che raddoppiarono rispetto ai due libri precedenti.
Un mese dopo era di nuovo al lavoro. L'editore premeva - bisognava sfruttare il momento - e lui era preparato. Se le voci fossero tornate, tanto meglio. "La conta dei morti", il quarto libro, prevedeva una svolta nella trama. Non poteva immaginare che loro non fossero affatto d'accordo.
Quando tutto ricominciò, non ci furono più solo parole sussurrate. Le voci presero vita e divennero ombre e le ombre corpi con le sembianze dei suoi personaggi, che come in un film horror, lo fissavano senza espressione. C'erano tutti... la ragazzina, l'assassino, lo psichiatra, il prete... e il commissario. Era davvero troppo. La testa gli scoppiava e in un gesto inconsulto lanciò via la tastiera che atterrò sulla tazza di caffè la quale a sua volta andò in frantumi schizzando ovunque il liquido marrone. Il fracasso prodotto li fece fuggire ma poco dopo tornarono strisciando contro le pareti, come serpenti venuti a brandire quel poco di lucidità che gli restava...
Sconvolto, aveva chiamato l'editore. - Scrivo l'ultimo, poi sono fuori. Ho chiuso con la serie. -
Circondato da quelli che ormai erano diventate presenze fisse, braccato come una preda, aveva cestinato le poche pagine scritte e cambiato il titolo. "Addio commissario" iniziava sotto i peggiori auspici. Loro non volevano saperne di "morire".
E adesso è alle prese con l'incipit. Si sforza di non ascoltarli ma gli stanno addosso, gli soffiano sul collo, muovono gli oggetti senza toccarli. Avverte la loro rabbia, in un crescendo che soffoca ogni ribellione. Agita le braccia per scacciarli ma può soltanto fendere l'aria. Sente spire invisibili stringergli la gola. Urla. Di nuovo. Ancora. Si precipita giù dalle scale. Esce...
NOTIZIARIO DEL MATTINO
-Stamani all'alba un pescatore ha notato un uomo che si aggirava sul lungofiume in grave stato confusionale. Allertati i soccorsi, l'uomo è stato portato in ospedale. Sembra che si tratti del noto scrittore Milo Sperti. Gli aggiornamenti nel prossimo notiziario.-
...La stanza è piccola ma accogliente, c'è persino un vaso di fiori. Mi trattano con gentilezza e mi raccomandano di stare tranquillo. Li assecondo, così non devo dare troppe spiegazioni. Perché io so che loro sono qui. Stanno acquattati da qualche parte, e aspettano. Credono di essere più forti e di costringermi a farli vivere ancora, ma non conoscono la condizione umana e non sanno del libero arbitrio. Non sanno che in qualunque momento posso decidere di alzarmi da questo letto...di camminare fino a quella finestra...di aprirla...e poi...fanculo tutti...
"...Fanculo, COMMISSARIO!..."