C'ERA il treno di fianco al mare, il sole e poche nuvole. Tutto era come la sua data, tutto era immerso nel suo ordine celestiale. Anche l'oscurità nella galleria sembrava seguirne il ritmo: lo sbattere intermittente tra buio e luce, buio e luce e poi ancora luce e buio spezzati, facevano aperture tra i fianchi dei respiri. Saremmo arrivati in fretta verso il nostro abbraccio, lasciato lì da giorni. La fermata era su una massicciata alta: scendeva verso il mare da una parte, dall'altra era la roccia a tenere tutto, a tenerci in piedi come un paesaggio.

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