"Livide, insin là dove appar vergogna
eran l’ombre dolenti ne la ghiaccia,
mettendo i denti in nota di cicogna"
Denti. Che battono. Dal freddo. Dalla rabbia.
La Moglie, fuori dal portone di casa
Le chiavi! Dove cazzo ho messo le chiavi! In tasca no, in casa no, in ingresso no. Fanculo, e adesso? Magari mi sono cadute nel tombino, nella fogna, come tutto poi! Mi tocca chiedere la copia a quella merda? No, porca puttana! A fare ancora la figura della cretina? Lo spasso del circondario? Già mi prendono per il culo abbastanza. Che poi 'sti stronzi sapevano tutto, magari, e l'unica a non capire, io, la cornuta. Tutto mi sarei immaginato, ma così.. eh no, ma questa me la paga, inutile faccia tanto il damerino "Un accordo lo facciamo, dobbiamo pensare ai figli... " col cazzo! I figli non li rivede più. Vabbè, Giorgia ha diciotto anni, fa quello che le pare, ma Francesco non lo vede più, quel bastardo. Ci manca che niente niente me lo rovina anche lui. No, l'avvocato c'ha ragione: a pezzi lo facciamo, come lui ha fatto a pezzi la nostra vita! E questa puttana d'auto sai che ti dico? La faccio portare via dal carroattrezzi. Che se potessi rottamare anche lui... E di tutto? Di questa casa cosa rimane? A me lui non c'ha pensato? Doveva farsi una vita, lui! "Ormai tutto era finito..." Finito sarai dopo e come lo avrò detto io. Meriti tutto quello che ti farò penare. Io a lavorare, e tu? a fare un cazzo e scopare! e con chi poi! Ah? Ma questa vergogna diventa la tua, lo vedi come. E poi verrai in ginocchio, in ginocchio ti voglio! Come ha detto mia madre, devi morire sui tuoi escrementi. Devi morire gridando dal dolore. Che vergogna! Che vergogna... maledetto!
"Lo pianto stesso lì pianger non lascia,
e ’l duol che truova in su li occhi rintoppo,
si volge in entro a far crescer l’ambascia"
Lacrime. Che sollevano. Che aggiungono dolore a dolore.
Il Marito, tra le braccia dell'amante
Maledetto! Sono solo un maledetto! Ah, se lei... ma alla fine non potevo. Non si poteva diversamente. E adesso... ché non posso neanche dirlo. Non posso. Lui, lui se ne andrebbe. Già non sopporta tutto questo casino, i figli. E io... poi? Ma chi se lo aspettava! Sei anni, sei anni m'ha relegato su un angolo del letto o su un divano. E io? Io, scomparso. Il lavoro perso, mica potevo con tutti quei rientri improvvisi. "Non ce la faccio, aiuto". E lei, il suo lavoro, da conservare. E poi io, cerca tu a quasi cinquant'anni! Niente. Finito. Trovo questo, quasi volontariato... mi è sembrato di rivivere. E però, stai attento, stai lontano da loro, cercano... ragazze madri... hanno bisogno. E mai avrei pensato, che lui. Sì, lui. Ci incontriamo, parliamo di loro, e poi... cos'è stato? la sua mano, i suoi occhi. Mi viene a trovare. Un amico. Scherza, coi figli sì. Giorgia lo adora, Francesco... Giorgia va a danza. Francesco, a letto. Lei alla gita... Beviamo un amaro?... le sue mani. Di nuovo vivo, mi sentivo. Di nuovo. Dopo sei anni! Il suo corpo. Io dentro di lui. E adesso? La vergogna, lei e la sua vergogna. Io di nuovo a pezzi, da lui, a casa. Per quanto? Vent'anni in meno, solo sei più di Giorgia... e ora? Ora qui, lui dorme, dentro. Sì, mi dorme dentro. E fa male. Le viscere. L'anima. Ma non posso, non deve vedere. Non può sapere che lei... mi manca, mancano. Non deve vederle, le asciugo, col lenzuolo. Le nascondo. I miei figli! Sono solo. Ho freddo.
"Già era, e con paura il metto in metro,
là dove l’ombre tutte eran coperte,
e trasparien come festuca in vetro."
Il dolore. Muto. Imprigionato nell'intimo.
La Figlia, sul letto dell'ospedale
Ho freddo. E sono sola. Certo, potevo mica dirglielo. Adesso che sorride, dopo anni! Ma come potevo immaginare che lui... Mi piaceva. Era dolce. Buono con mio padre. Con noi. E ora... ora, dove, dove sono finita. "Hai preso la pillola?" "Sì certo". Sì, quella sbagliata. Che ne sapevo io. L'antidepressivo! Ecco perché girava un po'. Che ne sapevo che mia madre... per sembrare che ancora faceva, che non era depressa... allora, scambiava. Pazza! E ora, qui, questo. Mica potevo. Mica posso... Adesso che è felice, e mamma... mamma lo uccide. È colpa mia? Sì, colpa mia. Se fossi più bella, oggi... Ma papà sorride. Da tanto tempo... Ho dovuto. Era troppo. Un bambino. Il nostro bambino. Troppo. Non potevo, no. Potevo? Eppure... Ho freddo. Sento, sento male. Male lì, sì. Vuota. Hanno tolto tutto. Male. Come un urlo, ho sentito come un urlo. Un urlo silenzioso, un urlo che sale, mi assale. Un urlo muto, un pianto muto. Posso anche gridare. Nessuno mi sente. Nessuno può sentirmi. Tranne forse il mio bambino, morto.
Il nipote
Morire. Neanche ora di nascere ed esco a veder le stelle.