Vorrei possederti
con la dolcezza di un mango
e l'adrenalina proibita
di un sigaro cubano.
O forse no.
Vorrei possederti
con la furia di uno tsunami
e l'incandescenza del mosto
quando la sete avanza.
Tu
assetata d'angoli
come un rombo disomogeneo
trovi
nella possenza di risate
la risposta agli orgasmi
di capezzoli effervescenti.
Furiosa
la tua rima
accoglie
il mio verso maledetto
mentre la tua bocca
sceglie
frammenti casuali di me
in una liturgia di amen
che riluce baccanali.
E io
canto l'amplesso
come salmo responsoriale.