Mi mette di buon umore uscire in terrazzo.
Se mi affaccio sul lato corto incontro il balcone di Celeste.
È un maschio.
Celeste io ce l’ho avuta in classe in prima elementare ed era una femmina, la Celeste, appunto. Invece lui è un lui.
Riesce sempre a tirar fuori la mia tenerezza che spesso giace sepolta.
Mi parla come fossi una bambina credulona e ciò è spassosissimo.
Quando ci vediamo, dai rispettivi terrazzi, mi chiama e poi si inventa delle robe strampalate, molto bambinesche.
“Buongiorno, non indovineresti mai cosa c’é oggi nella mia cantina: un elefantino”
“Sai che ho una tigre che dorme sul letto oggi?"
Le prime volte pensavo fossero espedienti, peraltro grotteschi e demenziali, per innescare una specie di corteggiamento, invece no, gli piace solo vedermi ridere.
Gli rispondo sempre come se ci credessi per davvero e lui è tutto contento e torna dentro.
É’ Celeste di nome e di fatto.
Ha sempre qualcosa di azzurro da qualche parte.
Un giorno noto gli occhi, un altro la camicia, ieri aveva un innaffiatoio, azzurro.
E poi pronuncia alcune parole in modo curioso.
Non dice Italia, dice Itaia.
Non dice Puglia, dice Puia.
Non dice coniglio, dice coniio.
Oggi si è affacciato con una maglia della nazionale, azzurra.
“a me il calcio non piace, ma all'Italia ci tengo, guarda qui, ho la maia di Baggio”.
Quando hanno segnato l’ho sentito che gridava “golfff golfffff”.
Dice golf, sì, ed è serio. Per lui la palla in rete è golf.
Sua moglie si chiama Teresa, così mi ha detto, ma non l’ho mai vista.
Lei non si affaccia mai. Celeste dice che è sempre indaffarata e non ha tempo per stare fuori.
A volte mi saluta di fretta perché la Teresa l’ha chiamato per il pranzo.
Ha architettato una specie di collegamento al mio terrazzo, fatto con un lungo bastone di legno e lo usa per calarmi qualche verdura del suo orto.
“Te ne mando pochine perché sennò la Teresa si arrabbia che non le ha per il minestrone”.
“Stasera pomodori costoluti. Ti mando giù anche le foglie perché la Teresa dice che hanno un profumo speciale”.
Ha ragione. Non le avevo mai considerate le foglie di pomodoro. Hanno un profumo straordinario.
Ieri in piazza ho visto in partenza la corriera con i pensionati che vanno al mare e l’ho visto salirci con in mano un borsone celeste.
Le sue tapparelle erano tutte abbassate, come quando chiudi la casa e vai in vacanza.
Senza più nessuno dentro