Ti ho trovato così, a terra, nudo, in posizione fetale, credevo fossi morto invece da buon leone avevi il capo caldo.
Va tutto bene, anche se sapevo andava male, l'hai chiesto tu.
"Chiamali voglio capire perché casco e io l'ho fatto.
Una cretina che si scordava di coprirti, di darti l'acqua che mi avevi chiesto.
Ancora una volta, tu, disteso su un freddo piantito senza un lamento, tu la mia roccia, io la tua bambina.
"Vengo con te, ti voglio bene, non sei solo."
"Dove ? Che ora non ti fanno entrare da nessuna parte..."
" Me lo sono scordato".
Ti hanno alzato, con addosso un paio di mutande, nemmeno nuove, una canotta di un arancione scolorito, senza il sorriso, ancora immerso nella tazza del lavandino, hai osato una battuta, toscanaccio che non sei altro...
"La chiamano loro entro quarantotto ore."
"Degna di te, alla fine con un numero diretto alle sette del mattino ce l'ho fatta a farmi dire come stavi."
"Vigile, collaborativo, idratato, ripetiamo gli esami, se il tutto é rientrato nella norma lo dimettiamo".
"Ore quindici, entro guidata verso il tuo letto, sei fresco, come va ?"
"Sto bene, sono bravi."
In un sacchetto il sangue, dovrò imparare a svuotare un catetere, penso.
"Sono venuta a prenderti a piedi."
"Ma li hai portati due bastoni ?"
" Ne ho uno, però fuori da qui c'è la macchina, scherzavo prima".
"Adesso vieni a casa nostra, non puoi più stare solo..
"Portami a casa mia, da te come faccio per il bagno ?"
"Non ti stava bene, perdere la dignità, hai sempre fatto come volevi e anche adesso lo stai facendo, gli occhi si girano, il fiato diventa corto, ma sei qui con noi, non importa dove.
Ciao babbo, adesso sei nelle grandi praterie dove volevi TU.