Va bene, è vero: mi sono alzata tardi.
Comunque sia, ero sveglia da un pezzo. Con il chiasso che fanno i miei fratelli si sveglierebbe chiunque. Alla fine, tutti fuggiti fuori. Silenzio e pace.
Io ho un letto comodissimo. Il materasso è morbido e il cuscino è talmente ripieno di piume d'oca che sembra un panino imbottito: basta appoggiarci la testa che subito viene come risucchiata.
La camera la mattina viene inondata dalla luce che entra dalle tapparelle; un chiarore verde che la trasforma in una foresta incantata. Io rimango lì, a occhi socchiusi, e parto per viaggi fantastici in compagnia o delle mie bambole o dei personaggi di un libro che sto leggendo. L'altra mattina, con Alice (quella del paese delle meraviglie) siamo state in Australia in mongolfiera, per andare a trovare un'amica che si era trasferita lì dopo aver sposato un bellissimo principe maori. La mongolfiera era stata sistemata al centro della mia verde foresta e aspettava solo noi. Siamo salite e subito è partita. Non avevo nessuna paura.
E' stato un viaggio magnifico, uno dei migliori. La storia d'amore era avvincente, anche perché lui all'inizio sembrava molto serio e sostenuto ma alla fine si è innamorato di lei ed è diventato buonissimo. Un po' come la Bestia che si innamora di Belle, se vogliamo.
Quando siamo arrivate aveva appena avuto un bambino, bellissimo. Mamma dice che i bimbi mulatti sono sempre belli, e infatti anche il suo lo era; ma d'altra parte sono belli sia lei che il principe, e quindi era naturale. Siamo rimaste con lei il tempo di un tè e di una passeggiata in giardino, poi Bianconiglio ci ha richiamate e siamo tornate a casa.
La verità è che non mi va di dormire fuori la notte.
Nella mia foresta ci sono tantissime cose interessanti: animali, fiori e piante ma soprattutto colori e odori. I colori sono quelli della foresta stessa: un'enorme distesa di verde. I letti sfatti dei miei fratelli, toccati dalla luce, assumono forme stranissime. Per me sono licheni enormi, muschio fresco. Montagnole in cui è fantastico avventurarsi. Non ve l'ho detto ma nella mia foresta si cammina scalzi perché la terra è morbidissima.
Gli odori, invece, non sono proprio quelli del bosco: sono più profumo di crostata, di torta di mele, di cioccolata, di pane caldo con il burro e la marmellata. Non so come facciano ad entrare nella foresta, ma è così. C'è sempre un vago profumino di colazione appena servita.
Capirete che non è facile lasciare un posto del genere.
Il fatto è che ci sono mille cose da fare e personaggi da conoscere. Non puoi chiudere gli occhi che, riaprendoli, ti trovi davanti qualcuno che ha proprio voglia di giocare con te. Vi ho detto di Alice, e infatti con lei viaggio spesso. La questione da risolvere è quella di Bianconiglio che mette fretta ma, si sa: più forte di lui.
Viene anche Pippi Calzelunghe, da sola o con Zietto, il cavallo. Queste sono le occasioni che preferisco perché lei mi fa salire e Zietto ne sembra contento. Partiamo per viaggi avventurosi e di solito andiamo a trovare suo padre, il pirata, che ci fa un sacco di feste. Ci regala anche oro, monete e gioielli, che credo abbia rubato da qualche nave.
Poi, viene il nonno. Lui se ne è andato ma a volte torna da me. Siede sul letto, nella penombra della foresta, e fuma la pipa. Mi guarda e mi accarezza i capelli, come faceva prima. Mandavano lui a svegliarmi perché non facessi storie. Erano risvegli coi fiocchi.
Mi chiede come va e io gli dico che senza di lui è tutto più difficile e meno divertente. Lui sospira e mi racconta una delle sue storielle. Me le avrà raccontate mille volte; non potrei mai dimenticarle. Io spero sempre che non se ne vada di nuovo e mi sposto verso il muro per fargli posto ma alla fine va via. Mi chiama “piccolina” e mi guarda senza parlare, poi scompare. Eesta solo il profumo del suo tabacco. Non mi muovo finché riesco a sentirlo.
Alla fine arriva mamma. Carina, per carità, però apre la porta all'improvviso e la foresta sparisce, come risucchiata. Non è bello.
L'altra mattina si è fermata un attimo prima di entrare; mi è sembrato che annusasse. Sfido io; ancora c'era il profumo della pipa del nonno. Se solo avesse aperto con più calma, non l'avrebbe disperso così.
Ecco, vi ho raccontato tutto questo per farvi capire che non è affatto vero che sono una dormigliona, come dicono a casa mia.
Loro poltriranno, forse; io no di sicuro. Vorrei vedere chi, avendo una foresta, farebbe le corse per vestirsi, pettinarsi e scendere in cucina. Il cibo può aspettare; non ho mai sentito di nessuno che sia morto per aver ritardato la colazione.
Comunque, la domenica finisce sempre che mangio da sola. I miei fratelli scappano a giocare, come conigli liberati dalla gabbia; papà se esce, la mamma e la nonna rassettano... e io resto sola.
A colazione mi siedo buona buona a mangiare, al mio posto di fronte alla finestra. Guardo davanti a me e non vedo il giardino ma il nonno, che mi si siede davanti e aspetta che mangi. Mi guarda, fumando la pipa, e sorride.