Si è fermato lui, ha cambiato rotta attraversando quella stradina di campagna a cavallo della sua bicicletta datata ci ha raggiunto senza voltarsi indietro, d'altronde era deserta.
Noi arrivavamo dal senso opposto a piedi col sole che puntava dritto ai nostri occhi falsificando le immagini, non l'abbiamo riconosciuto subito.
Un incontro occasionale in una mattina d'autunno, conoscenti di altri tempi, con le ore da ammazzare.
" Ieri, oggi, vi piace camminare, ma siete in pensione ? "
"A metà, io si lei no, non é che non faccio più niente, il laboratorio é aperto, abbiamo rallentato i ritmi, con un'entrata sicura al mese e l'età che avanza un po' di riposo me lo concedo, tu invece fai arrivare mezzogiorno a zonzo ?"
" Che zonzo, mi sono trasferito in paese anche io, faccio il nonno di Giovedì, giro intorno, cucino per me e non vedo nessuno dei miei.
Alberto e sua madre mi hanno lasciato la casa, grande, piena di ricordi, di silenzi, di amarezza.
Hanno tolto il disturbo, da anni Anna ed io vivevamo insieme da estranei, separati.
Cose diventate giganti piano piano, prima l'entusiasmo dell'amore, i figli nati vicini, uno per me, uno per lei, Savio, sportivo, vincente, quanti goal segnava !
Elena viveva come una farfalla, danzava leggera, dolce come una caramella, la copia in miniatura di Anna, li ha tirati su da sola, plasmati e coccolati mentre facevo quello che portava il pane a casa.
Sembrava perfetto, penso lo fosse, siccome tutto passa, passava il bel tempo, asilo, elementari, medie.
Alberto ci ha riportati ai pannolini fuori stagione, sentivo la pioggia inumidire i piedi e scappavo lontano dal nuovo venuto, ecco il momento del gelo, ma non facevo niente di male, credo l'abbia saputo da Elena, lei mi ha tolto la parola da allora.
Confronto nullo tra noi sino all'indifferenza parallelo delle esistenze, ognuno aveva la sua vita e credo che se l' avessi sopportata, la bella vista, sarebbe durata per sempre.
Ho rotto l'apparenza e sono andati per i fatti loro, non hanno voluto niente, come se un niente fosse rimasto : " io".
Savio è l'unico contatto, un poco mi somiglia allora, ceno da lui una volta alla settimana, faccio il nonno una volta alla settimana, cambio i pannolini a Serena sul piccolo tavolo di una cucina anonima in un alloggio ridotto, perché ho azzerato il passato prendendo quattro soldi di quella casa dove sentivo l'eco delle loro risate, il rumore delle stanze vuote."
" Vedrai, magari crescendo diventando uomo Alberto si farà vivo, è tuo figlio."
" No non capisce, vola leggero come adesso vola Anna al di sopra di ieri, mi sono comportato bene e non mi sento in colpa, tutte storie, mille bugie, con lei non lavora e finge di studiare con me sarebbe un'altra favola, altro che rifiuto paterno...
Vi lascio statemi bene ! "
" Ci vediamo ".
Lo seguiamo con lo sguardo diventare un puntino evitando commenti, persi nei pensieri diversi di un uomo e una donna per non innescare una logica contorta, una critica errata, in comune abbiamo la consapevole tristezza di quanto una sola goccia possa scavare una roccia sino a renderla sottile all'interno quando ancora all'apparenza tutti credano sia spessa, indistruttibile.
La fragile immaginazione del falso stare bene, domani inesorabilmente sabbia scivolata dalle mani del divenire.