Questo silenzio argina
il sangue
in un angolo stretto
dove i flussi di cuore
attendono
su corde spezzate di
violini assonnati,
ricordo breve
d'argento nell'aria.
Dalla finestra sfido
uno spazio sognato
e non fisso altro che
distanze di materia
assolata e mota che
su di me aggroviglia
spire potenti.
Cerco una foce di
ghiaccio
che trasformi in cristallo
la fragilità che stanca
le ore di piombo.
E poi attraverso
sola
rivestita di spuma
i confini sfrangiati
della mia alterità
alla deriva.