Il romanzo che si lasciò dietro
il vanto del vespro
fregiando di intoni
i volti autunnali
tra lo scorrere dei ligi freschi venti sfiorando i miei destini
negl'infiniti incontri
dei quadri screziati
di gialle e rosse foglie
oltre i voli spinti delle cicogne,
ed è un forgiarmi
al buio
tra i ciechi raduni delle opache nebbie
a sfilare tra nuovi orizzonti
di nuvole e mari, e ricamarmi
tessuti di cielo
da quei miei colori svaniti nel tempo
disegnando altri miraggi
da contemplare
senza illudermi di aver già perso