tra quattro mesi è Natale
e ci saranno i canti
noci, fichi, camini
panettoni farciti, che una volta invece
la scorza dei mandarini sulle stufe
e con i flûte in mano
dinanzi a presepi di plastica
penseremo a questo ferragosto
a questo spartiacque
che ancora deve morire
Ci arriveremo, magari noi
ancora una volta
le nostre vicissitudini impacchettate
con fiocchi giganteschi
quasi a misurarci la statura
Tra quattro mesi è Natale
e domani è lunedì
e indosseremo cravatte, mutande
in seta, in saldo
e maschere all'ultima moda
che esaltino gli occhi perdio
peraltro, umidi, ma nemmeno
ché il male si esorcizza
oppure fa tendenza
come auguri sotto l'albero