IL DRAGO SPUTAFUSA
C'era una volta, ma nemmeno troppo tempo fa... diciamo ieri. Ecco, ieri c'era ancora un temibile drago sputafusa. Era grosso quasi quanto una piccola casa, una di quelle su un piano solo senza nemmeno la cantina. Aveva piccole ali tigrate, pelose, e totalmente inutili. Infatti non volava. La sua caratteristica, quello che lo rendeva così pericoloso e temuto tra la sua specie (era l'unico esemplare mai esistito) era il fatto che, quando si arrabbiava tantissimissimo, sputava una raffica di potentissime fusa. Nessuno poteva resistere alla sua puccioccolosità. In molti valorosi tentarono di affrontarlo, ma nessuno mai di ucciderlo. In ogni caso nessuno riuscì a fare né l'una né l'altra cosa. Per molti anni seminò il terrore in tutta la regione, senza che mai nessuno osasse avvicinarlo. Arrivò però un giorno, in cui vagando solo per le terre brulle, incontrò una vecchia cieca, che raccoglieva la legna per il fuoco. Come la vide gonfiò il grosso petto con fare minaccioso, e si preparò all'attacco. Davanti alla prima raffica, la vecchia sorrise. Il drago, allora, ricaricò il fiato e lanciò un secondo attacco. La vecchia gli fece i grattini sotto al collo. Stupito e confuso, la seguì a casa, dove visse felice ed amato insieme a tantissimi gatti. Le sue fusa allietano da generazioni le donne discendenti della vecchia gattara, che lo amano tutt'oggi.
IL PRONTOSAURO
C'era una volta, tanto, ma tanto, ma tanto, ma tanto, ma davvero TANTO tempo fa, un sauro di nome Marco. Marco era uno dei sauri più grandi mai esistiti, per questo, prima che sviluppasse la sua bizzarra idea, che lo ossessionò per tutta la vita, gli altri sauri lo chiamavano Marcone. Marcone non era un sauro come tutti gli altri sauri. Lui aveva una grandissima passione, ed era rispondere al cellulare. I suoi simili lo prendevano in giro e non volevano mai giocare con lui, non tanto perché aveva questa grande passione, quanto piuttosto per il fatto che i cellulari non erano ancora stati inventati. Non dimentichiamoci che si sta parlando di davvero TANTO tempo fa. Gli altri sauri lo vedevano quindi urlare i suoi PRONTOOOOO a grosse pietre, alle foglie ovali dell'albero Wakalakala, perfino agli uccelli Uolololo. Non si lasciava scoraggiare dal fatto di non ricevere risposta alcuna, né la sua grande passione perdeva di intensità davanti al razionale rimprovero degli altri sauri, che, considerandolo pazzo, lo chiamavano il prontosauro, per distinguerlo da loro. Ma lui era un sognatore, e non si stancò mai di urlare i suoi pronto, nemmeno quando tutti gli altri si estinsero e lui rimase solo. Perché i visionari hanno il potere di far vivere i sogni in eterno, rendendoli prima o poi realtà. Marcone ebbe molti discendenti tutti diversi e tutti enormi. Il più piccolo dei suoi propropropropropropropropro nipoti, era un uomo. Era piccolo rispetto ai suoi avi, ed era glabro. Nel tempo, col moltiplicarsi dei discendenti, questi avevano cambiato il nome per adattarsi al loro crescente numero, così che l'ultimo, piccolo sauro sognatore rispondeva al nome di Marconi.