Segna il capodanno
la fine dell'inganno essenziale
la tua condanna
senza remissione, né clemenza
la fuga al suo zenit
al suo ovest
inarrestabile
in campo non attestato,
né attestabile
oggi concorda
col suo converso
mal comprovato
dai dispacci
sbrindellati
e sepolto sotto la neve
che cade senza requie
precipita
nel sonno profondo della ragione
stampano rotative labili
il rosso fremito
d'un caduco clangore
versati sogni
senza vera intenzione
vessate vergini
senza interlocuzione
una pagina appena scritta
dai finestrini di un retrostazione
che sbirciano e si sbilanciano
dai cavalcavia senza voce
senza assoluzione
La più grande truffa mai architettata
dal tempo dei tempi
e di questa ignobile, fallace stagione
carta straccia che si disegna
sulle pareti della tua prigione
è il complesso stonato e malversato
e la sua più finta rappresentazione
una farsa di vero illusionista
nei secoli mai vista
È al cavalcavia
e alla sua piena ostentazione
la bella riva del nulla
le amabili note del disinganno
che perdura