Mi hanno chiamata Gaia, chissà perché, me lo chiedo solo oggi, a loro non l'ho mai domandato, non credo fosse la speranza di vedermi sempre sorridere, piuttosto era un nome non troppo comune, corto, perfetto per evitare i vezzeggiativi.
Sono una persona arancione complementare evidentemente il rosso primario della passione mi spaventa, la luminosità del giallo mi acceca.
Sto meglio in una tonalità di mezzo, all'occorrenza l'accendo, lasciando brillare il volto ed è, quando mi alzo solare verso il bello del dono della vita, innamorarmi del biscotto fatto in casa, del complimento del vicino, della pizza con le amiche.
La sera, a volte, mi mostra la luna al contrario, bisticcio col mondo traditore.
Gira storto, non provo a raddrizzarlo, mi stendo sul letto, fisso il soffitto, aspetto che passi la sensazione strana, quella che mi stringe la gola, mi annebbia lo sguardo.
Supero il limite, non posso sorridere, piango lacrime stupide sperando di dormire senza sognare e risvegliarmi in un complementare diverso, il blu del sereno.