Small cover.png?googleaccessid=application bucket access@typee 222610.iam.gserviceaccountZoom cover

Storico

Horemheb

Pubblicato il 27/06/2022

25 Visualizzazioni
10 Voti

Il regno di Akhenaton, del faraone eretico, si è da poco concluso. Governa ora un uomo le cui origini non sono divine. E’ di natali umili, viene dal popolo. E’ lui quello chiamato a ricomporre ciò che è stato sovvertito. Si chiama Horemheb, non ha figli. Sa quindi, Horemheb, che con lui terminerà la dinastia. Il futuro gli è già noto. Un futuro preceduto, lo sa bene, da un lungo presente di laceranti divisioni e di estesa corruzione. Tempi agitati, durante i quali ogni equilibrio si è spezzato e gli uomini hanno vissuto nella disarmonia. In cui ogni regola è stata sovvertita.

Il re è di fronte ai suoi consiglieri. Il suo trono sovrasta gli scranni su cui loro siedono. Li ha riuniti, ma esita a parlare. Emette respiri profondi e li scruta ad uno ad uno soffermandosi a lungo, con lo sguardo, sul loro viso.

“Grande re”, esordisce con decisione il sacerdote Amonnekhet, “il tuo predecessore ci ha esiliati. Ha spogliato i nostri templi e le nostre funzioni. Distrutto le immagini sacre. Ha imposto, per suo arbitrio, un solo dio. Un dio col quale si era egli stesso identificato. Un dio che fosse visibile a tutti e a cui tutti potessero rivolgersi senza riti, senza templi, senza la nostra intermediazione. Così facendo, in poco tempo, ha incrinato fatalmente l’ordine con fatica e avvedutezza creatosi nel corso delle centinaia di anni della nostra storia. Ora gli uomini si sono smarriti, sono come bestie. Ora è il caos.”

“Come possiamo riunire gli uomini e domarli ancora”, chiede quindi Shepseskaf, “se sono dispersi, se hanno perduto il senno, ogni riferimento? Se è in loro ormai cresciuta l’abitudine insana ad agire senza norma? Dovranno farlo le schiere del tuo esercito”

“E l’ordine, Grande Sovrano”, esclama Merikare allargando le braccia, “l’ordine ha bisogno….l’ordine non si sostiene se non vi è sottomissione all’Autorità. La morale è perduta se non si riconosce nel ministro degli dei colui che interpreta il disegno delle divinità, e dispone l’applicazione delle loro volontà. Che amministra le offerte dei fedeli.”

Horemheb ascolta, e, tacitata la sala con un gesto della mano, parla, finalmente: “Oggi occorre decretare come ripristinare l’equilibrio, la giustizia. E ciò non vuol dire pensare solo alla forza, o alla magia, ma in primo luogo, cosa più difficile e ardua, rianimare e consolidare i principi eterni nell’anima dei sudditi. E sostenerli, per subordinare l’uso della forza e della magia, semmai, al rinnovato e duraturo rispetto che per questi principi pretenderemo. Della propria libertà l’uomo infatti ha paura, e sarà sempre disposto a cederla. E’ nelle tenebre che l’uomo muove la propria esistenza. Reclama diritti, ma è sui crimini che costruisce i privilegi dei quali riesce a godere, fino a quando lui stesso non ne resta vittima a vantaggio di altri.”

Sospende quindi il respiro e il pensiero. Scruta gli uomini di fronte a lui e ordina loro di chinare il capo. E sentenzia: “uomini chiusi di bocca, perfetti di carattere, capaci di sondare i pensieri, obbedienti alla parola del palazzo e alle leggi della corte. Abili a sottrarsi al miscuglio coi tanti altri. Questi chiamerò a governare e a giudicare le Due Terre.”

Il re chiude gli occhi. E ad occhi chiusi lentamente detta allo scriba:

«Quando venni incoronato re, i templi degli dei e delle dee, da Elefantina fino alle paludi del Delta, erano in rovina. Era come se i santuari non fossero mai esistiti, erano diventati terra infestata dai canneti e le entrate non erano altro che sentieri di terra battuta. Il paese era nel caos, e gli dei l’avevano abbandonato. Se ci si prostrava, per chiedere il favore di un dio, questi taceva. Ma dopo molti giorni la mia maestà sorse sul trono di suo padre, governò sul territorio di Horus, e le Due Terre furono quotidianamente sotto il suo comando.”

Il silenzio avvolge di nuovo la sala del consiglio. Il re guarda fisso le mura opposte al trono in cui siede. Guarda la roccia, cercando di vedere oltre. La sabbia del deserto disegna forme abbracciate al vento. Forme che svaniscono nel tragitto appena iniziato e che subito si innalzano di nuovo, dipingendo ulteriori, diversi e instabili profili. Tutto ciò che appare è destinato a dissolversi, egli pensa. Ad essere parvenza. A non avere sostanza e durata. E’ a volte necessario che sia, tutto ciò. Che il vortice disegni per gli occhi nuove sagome. Si placherà poi da solo, sfinito, il vento possente che sembra travolgere ogni opposizione.

Logo
4434 battute
Condividi

Ti è piaciuto questo racconto? Registrati e votalo!

Vota il racconto
Totale dei voti dei lettori (10 voti)
Esordiente
7
Scrittore
3
Autore
0
Scuola
0
Belleville
0

Commenti degli utenti

Large dada.jpg?googleaccessid=application bucket access@typee 222610.iam.gserviceaccount

Davide Marchese ha votato il racconto

Scrittore
Large 195c7c5a e533 438e 9500 78317f6489ab.jpeg?googleaccessid=application bucket access@typee 222610.iam.gserviceaccount

blu ha votato il racconto

Esordiente
Large 76e0ca22 4ac9 4d31 b240 d8aa491b4df9.jpeg?googleaccessid=application bucket access@typee 222610.iam.gserviceaccount

Giampiero Pancini ha votato il racconto

Scrittore

Hai la capacità di farmi immaginare i luoghi, le pause, i silenzi nelle pause. In alcuni momenti anche la brezza che doveva rinfrescare l’aria. È la capacità ormai provata, di ambientare ovunque, nella storia, le tue parole e i tuoi personaggi. Come sempre, complimenti, anche da chi, come me, arriva con qualche giorno di ritardo. Segnala il commento

Large img 20200410 070021.jpg?googleaccessid=application bucket access@typee 222610.iam.gserviceaccount

Franco Battaglia ha votato il racconto

Esordiente

Una metafora putiniana che ci lascia in attesa che il vento possente plachi.. Segnala il commento

Large default

Anonimo ha votato il racconto

Esordiente

L'ho letto tutto, devo solo rileggerlo altre dodici volte per mandare a memoria i nomi perché sono difficili da ricordare. Comunque ho notato un refuso (e non è di poca cosa): nella prima riga hai scritto "faraone eretico" ma sono certo che lui era soprattutto "faraone erotico". Ti conviene correggerlo perché Akhenaton era un essere erotico per eccellenza e ci tiene a farlo sapere ai propri sudditi.Segnala il commento

Large ll mare dei surrealisti.jpg?googleaccessid=application bucket access@typee 222610.iam.gserviceaccount

Urbano Briganti ha votato il racconto

Esordiente
Alm5wu18tetcxwkaabpxvvvxeviyihdcadhm3q  fex2=s96 c?sz=200

Giuliano ha votato il racconto

Esordiente
Large img 20210609 134726.jpg?googleaccessid=application bucket access@typee 222610.iam.gserviceaccount

Tella ha votato il racconto

Scrittore
Large default

Anonimo ha votato il racconto

Esordiente
Large 8c482727 9eba 41f7 9707 08e5dabf902b.jpeg?googleaccessid=application bucket access@typee 222610.iam.gserviceaccount

Paola Zaldera ha votato il racconto

Esordiente
Large default

di caio bongiorno

Esordiente
Underfooter typee
Underfooter lascuola
Underfooter news
Underfooter work