Ne ho uno, a quadretti, di carta riciclata, e ogni sua pagina intonsa è innesco per nuove storie, idee improvvise, ricami bizzarri, warm up di analisi calcolata, ponderata strategia, riciclo idee, pausa riflessiva.
E naturale che il blocco tema, un giorno, di essere considerato completo, fuori dai giochi, esaurire le pagine ed essere accantonato, e io, avvertendo questa tragedia imminente e sottaciuta, lo riempio anche di appunti, cancellazioni mai definitive, mezze idee, tracciolini cui dar seguito, illuminazioni da rivedere, impressioni da trasformare, piccole fabbriche di San Pietro colme di spunti a mezz’aria; saturo gli interstizi e farcisco ogni minima oasi ed ecco - magia - il blocco non esaurirsi mai, rimanere fuoco acceso sotto la cenere della pagina voltata, spunto vitale in attesa di ulteriori evoluzioni.
É così che il blocco, definito anche "dello scrittore", vive in eterno, pagina nella pagina..