La signora Ciccina, o come la conoscevano tutti la farmacista, aveva una malattia per ogni medicinale.
Da farmacista mancata qual'era conosceva i bugiardini come le preghiere imparate da bambini al catechismo. Non aveva fatto gli studi in farmacia, ai tempi in cui visse una donna non andava all'università, almeno dalle sue parti, ma siccome la sorella lavorava nella farmacia del paese, per la proprietà transitiva anche lei si intendeva di medicina e medicinali.
La 'ngiuria di farmacista aveva, di fatti, sostituito il cognome della donna, tanto che in paese chi cercava il farmacista lo poteva trovare al bancone della farmacia, ma se si chiedeva della farmacista si veniva indirizzati in Via Delle Grazie, nome quanto mai azzeccato per le funzioni svolte da Ciccina.
Dispensava consigli a parenti ed amici su cure da seguire dopo avere fatto diagnosi mai approssimative. Ma era su di lei che sperimentava i farmaci più adatti alle diagnosi più disparate che si faceva personalmente. Da brava ipocondriaca aveva i suoi malanni, spesso del tutto originali, magari tirati fuori in occasioni particolari. Quando litigava con qualcuno dei figli indossava la sua tenuta da perfetta malata con annessa faccia scura del colore che più si adattava alla malattia del momento e si faceva trovare a letto sciorinando paroloni su una miocefaleartritica provocata dal dolore del litigio.
Siccome la signora Ciccina ebbe la fortuna di vivere nell'epoca d'oro per la sanità italiana, aveva un cassetto delle medicine di ogni tipologia. Il cassetto in questione era a disposizione di tutti e i figli in particolare potevano attingervi. Mamá agghiu nu ruruli talia cá 'nfunnu a catina, chi mi pigghiu? Lei allora con la precisione di un Google Maps dei medicinali indicava il punto esatto dove trovare la medicina adatta: secondo cassetto terza fila in alto. È un pò forte, ti darà qualche fastidio allo stomaco, ma domani starai già meglio.
Il problema per Ciccina fu che a furia di mandare giù gocce per fare aria, pillole per lo stomaco irritato e anche un pò arrabbiato per i troppi miscugli che doveva sorbirsi, i medicinali non le facevano più effetto.
Visse gli ultimi anni della sua vita in una casa di riposo per anziani in cui avrebbe potuto dare sfoggio della sua competenza in campo farmaceutico, ma a causa di un ictus che l'aveva colpita, non poteva più parlare, pur avendo perfette facoltà intellettive. In realtà, seguiva le cure della compagna di stanza a cui ricordava le medicine da prendere indicandole nel cassetto delle medicine che avevano in camera.