Tu non saprai mai in anticipo quanti talenti ti sono stati concessi e quanti ne hai guadagnati sforzandoti di vivere nel miglior modo possibile.
Solo alla fine dei tuoi giorni saprai se sei rimasto inchiodato all’ambizione o di quanto ti sei sollevato dalle miserie umane, se sei diventato una persona migliore o quanto somigli alla patetica caricatura di un uomo, se hai trovato la strada o se ti sei perso dietro l’impossibile e l’inutile.
Saprai se i talenti spesi ti hanno catapultato oltre le barriere dei pregiudizi, se ti hanno sorretto mentre cercavi la verità e se hanno premiato il coraggio dei tuoi “Perché?” con delle risposte. O se con la tua arroganza hai murato lo spazio tra te e gli altri, e dilatato i confini della solitudine.
Saprai di quanti fardelli e menzogne ti sei caricato, con quante chimere spelate hai costellato le tue notti e quante ne hai tormentate con le tue smanie e i tuoi rimpianti.
Saprai quante volte i tuoi giudizi hanno violato la giustizia, che il tuo vittimismo è la voce di un carnefice e che chi è pentito tace, se gli resta un barlume di dignità.
Saprai se i talenti hanno limitato gli sprechi del tuo unico Istante, se ti hanno concesso il diritto di non arrossire davanti ai debiti che hai contratto con la vita, se ti hanno permesso di riconoscere che nella nostra essenza è scritta gran parte del destino.
Saprai se nel Credo che ti ha sostenuto si rifletteva la tua anima o l’usurpazione dei visionari. E se la tua vita è stato l’assolo di una coscienza o se ti sei dissolto nella cacofonia di un coro.
Alla fine scoprirai se ti sei arreso all’illusione di essere umano o se hai vinto la sfida di pacificare il cielo e la terra in te.