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Narrativa

Il naso di Ralph

Pubblicato il 14/05/2021

Saggio finale per un laboratorio sulle sinestesie

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Ralph era di pattuglia nel Vietnam del sud, in un zona di villaggi da dove i mangiafrasche si erano ritirati ed erano spariti nella foresta. Era l’ultimo villaggio e si erano come al solito divisi per ispezionarlo.

Procedevano secondo le nuove regole: prima bruciavano tutto, chiunque ci fosse nelle capanne, ma dopo il casino che avevano combinato i ragazzi di Calley a My Lai l’America non poteva permettersi altri scandali.

Ralph era entrato nell’ultima capanna quasi soprappensiero e quando aveva visto la bambina seduta a terra aveva fatto un mezzo salto all’indietro. La bambina era piccola, avrà avuto due anni, e lo guardava con i suoi occhietti a fessura.

Poi aveva preso qualcosa dietro di lei e l’aveva sollevato verso Ralph, dicendo “lấy nó”, che nella sua lingua significava “prendila”.

Nel momento in cui Ralph aveva premuto il pulsante del lanciafiamme convinto che la bambina l’avrebbe fatto saltare in aria con la granata che teneva in mano si era accorto con orrore che quella che la bambina gli porgeva era una bambola fatta di stracci e rami secchi. L’odore del gasolio misto all’odore dolciastro della carne bruciata si era fissato per sempre nella memoria olfattiva di Ralph e lui, per una sorta di rimozione salvifica, l’avrebbe sempre chiamato “odore di caramella”.

L’odore di caramella l’avrebbe accompagnato per tutta la vita, impedendogli di sentire qualsiasi altro odore. Non avrebbe mai spiegato a nessuno perché lo sentiva, e nessuno lo capì mai. Quando il cancro se l’era portato via a 50 anni, Ralph era stato quasi contento di andarsene, ormai stava impazzendo. L’infermiera presente in quel momento disse che morì ripetendo “lấy nó”.

“ È la morfina che li fa parlare strano” disse, poi andò in terrazzo a fumare.

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Caro albertomineo, il tuo racconto è stato commentato da Matteo B. Bianchi per la rubrica "Lo scrittore che legge". Guarda il video su BellevilleNews.Segnala il commento

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Anonimo ha votato il racconto

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Andrea Trofino ha votato il racconto

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Sofia Nebez ha votato il racconto

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Tella ha votato il racconto

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SpietatoSegnala il commento

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Laura Camposeo ha votato il racconto

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Elkele ha votato il racconto

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Mi son venuti i brividiSegnala il commento

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caio bongiorno ha votato il racconto

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Drammi immensi. A volte non solo per chi è rimasto per sempre sul campo. Penetrarli, e non spiegarli asetticamente, è un antidoto. Quasi mai proposto, purtroppo. Grazie per averlo fattoSegnala il commento

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Roberta ha votato il racconto

Scrittore

a volte sul brevissimo riesci a concentrare tante cose, e quelle giuste. per me forte e riuscito, anche il passaggio temporale a tutta la vita e alla sua morte.Segnala il commento

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Giampiero Pancini ha votato il racconto

Scrittore

Piaciuto. Potente e efficace. Segnala il commento

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Silvia Lenzini ha votato il racconto

Scrittore

Molto efficace. Stanotte sognerò quella bambina e la sua bambola, ne sono sicura (e spero che nel sogno arrivi un uomo senza napalm).Segnala il commento

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occhineri ha votato il racconto

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Immagini potentiSegnala il commento

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Helmwige ha votato il racconto

Esordiente
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Anonimo ha votato il racconto

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blu ha votato il racconto

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con AdrianaSegnala il commento

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Annacod ha votato il racconto

Esordiente

L'orrore della guerra tratteggiato in poche righe magnificamente reseSegnala il commento

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Jean per Jean ha votato il racconto

Scrittore
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Sonia A. ha votato il racconto

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Davide Marchese ha votato il racconto

Scrittore

Lo avrebbe potuto mettere in scena Oliver Stone... complimenti Alberto. E ben tornato!!!Segnala il commento

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Adriana Giotti ha votato il racconto

Scrittore

Ecco un racconto che dimostra come l'economia di parole non infici la narrazione, anzi. Rendere in poche battute l'infinito orrore di cui gli esseri umani possono macchiarsi è molto più difficile. Li vedo "gli occhi a fessura" della piccola, mi sembra di sentire la sua voce. Hai fatto bene a non esprimere giudizi morali: quando la storia è narrata attraverso i fatti diventa, sì, maestra di vita. O almeno lo si spera.Segnala il commento

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di albertomineo

Esordiente
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