Ralph era di pattuglia nel Vietnam del sud, in un zona di villaggi da dove i mangiafrasche si erano ritirati ed erano spariti nella foresta. Era l’ultimo villaggio e si erano come al solito divisi per ispezionarlo.
Procedevano secondo le nuove regole: prima bruciavano tutto, chiunque ci fosse nelle capanne, ma dopo il casino che avevano combinato i ragazzi di Calley a My Lai l’America non poteva permettersi altri scandali.
Ralph era entrato nell’ultima capanna quasi soprappensiero e quando aveva visto la bambina seduta a terra aveva fatto un mezzo salto all’indietro. La bambina era piccola, avrà avuto due anni, e lo guardava con i suoi occhietti a fessura.
Poi aveva preso qualcosa dietro di lei e l’aveva sollevato verso Ralph, dicendo “lấy nó”, che nella sua lingua significava “prendila”.
Nel momento in cui Ralph aveva premuto il pulsante del lanciafiamme convinto che la bambina l’avrebbe fatto saltare in aria con la granata che teneva in mano si era accorto con orrore che quella che la bambina gli porgeva era una bambola fatta di stracci e rami secchi. L’odore del gasolio misto all’odore dolciastro della carne bruciata si era fissato per sempre nella memoria olfattiva di Ralph e lui, per una sorta di rimozione salvifica, l’avrebbe sempre chiamato “odore di caramella”.
L’odore di caramella l’avrebbe accompagnato per tutta la vita, impedendogli di sentire qualsiasi altro odore. Non avrebbe mai spiegato a nessuno perché lo sentiva, e nessuno lo capì mai. Quando il cancro se l’era portato via a 50 anni, Ralph era stato quasi contento di andarsene, ormai stava impazzendo. L’infermiera presente in quel momento disse che morì ripetendo “lấy nó”.
“ È la morfina che li fa parlare strano” disse, poi andò in terrazzo a fumare.