Sono così vecchio che amo la pace del silenzio e del non succedere niente.
Sono cavalcate epiche nel non succedere niente, dove scompare il profitto la perdita e la tensione.
Il silenzio è benedizione e mi sento libero come una mosca, come un geco autistico, come un gatto che mangia le interiora sotto una vampata mediterranea.
Nè inizio né fine, l'accadere del puro niente.
Addirittura mi perdono trascinandomi dietro la storia.
Su questa croce della malattia, su questo gusto di caffè amaro.
Non succede niente come nei primordi, dove tutto era caos e Dio russava ebete e ubriaco
e gli dèi erano monelli ma non pericolosi
e gli angeli non erano obbligati al gender.
E le nonne ammazzavano oche, galline e conigli
con le forbici negli occhi
e la vita correva apparentemente dura ma senza drammi.
Ma poi che ne so?
Il non succedere niente è come un sudamerica
di sesso e cadaveri su altopiani di sogno.