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Narrativa

Il re superbo (Parte 2)

Di Voglia_di_storie - Editato da Voglia_di_storie
Pubblicato il 18/02/2023

(Parte 2) In questa storia parleremo di un re che per colpa del suo carattere superbo si ritrovera da solo nel suo regno, imparando una grande lezione di umanità. "È facile lamentasi delle azioni altrui ma e difficile dimostrare di farlo meglio di chiunque altro."

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Il re cercò di mangiarlo ma non c' è la fece gli si bloccò la fame, era l' ora delle sue uscite pomeridiane, così ne approfittò e andò a mangiare qualcosa fuori, mentre era nella sua carrozza la fame gli ardeva dentro così si fermò alla prima locanda che incontrò per strada.

Entrò e decise di mangiare il menù del giorno, così in pochi minuti il piatto era servito sul suo tavolo, finalmente il re poteva vedere davanti ai suoi occhi una vera pietanza calda, così se lo mangiò in un battibaleno, però il suo palato reale non era soddisfatto, voleva tanto lamentarsi, ma era inutile perchè tanto nessuno gli dava retta, gli cominciò a mancare quelle pietanze che i suoi sudditi gli preparavano a pranzo, capì in quel momento che era il cibo più buono del reame, ma la sua superbia non gli permetteva di essere soddisfatto e pretendeva qualcosa di più gustoso senza rendersi conto che già lo aveva, ma lo disprezzava.

Uscito dalla taverna decise di tornare nel suo palazzo, perché ormai era finita la giornata, arrivato davanti al portone nessuno lo aveva accolto nella sua dimora da vero re, nessuno aveva preso il prestigioso mantello da vero re, ormai non si sentiva più quella sua autorità, ma un semplice sciocco, le sue stanze erano vuote e fredde perchè nessuno si prese la briga di riscaldarle per vero re ed inoltre buie, perchè nessuno pensò ad illuminare le stanze dove passava un vero re, tutto ciò che gli rimaneva nelle sue stanze era l' eco della voce di un semplice uomo solo.

Il re capì che la colpa di tutto ciò era proprio sua, e della sua superbia, aveva tutto nella vita, ma non lo capì perché era troppo offuscato dal suo ego e dal pensiero che tutto gli era dovuto, i suoi sudditi era il suo vero potere non una semplice corona appoggiata sulla testa.

Il re non durò neanche una settimana, così richiamò i suoi sudditi, e quando si trovarono tutti davanti al re, si scusò inginocchiandosi a loro, promettendo che il suo terribile comportamento sarebbe svanito da quel giorno in poi, il re capì i suoi errori e voleva tanto che ritornassero nel suo palazzo perchè senza di loro non era nessuno, i sudditi si commossero per le sue scuse ricevute e decisero di ritornare, il re sentendo quella risposta ne rimase felice.

Per festeggiare il loro ritorno fece un grande banchetto e da quel giorno cambiò e nel tempo diventò "Il re benevolo".

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Messina Giuseppe ha votato il racconto

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Urbano Briganti ha votato il racconto

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Ottima idea e soggetto. A beneficio di una futura eventuale ripubblicazione, andranno rivedute alcune imperfezioni o refusi di testo, forse dovuti al correttore automatico di uno smartphone, come: "non c' è la fece" (ce la fece); "pietanza calda, così se lo mangiò" (se la mangiò); "gli cominciò a mancare quelle pietanze" (gli cominciarono..); poi segnalo la discordanza di tempi come "aveva tutto nella vita, ma non lo capì" (aveva/capiva oppure ebbe tutto nella vita ma non lo capì, oppure aveva avuto tutto ma non lo aveva capito). Si segnalano anche qui come nel primo "capitolo" di questo racconto troppe ripetizioni di stessi termini o parole, e si suggerisce una diversificazione utilizzando sinonimi, perifrasi, o similitudini per non dover ripetere concetti o situazioni in modo identico lessicalmente (vedi ripetizioni di "vero" e "vero re"). Infine come segnalato anche nella prima parte del racconto, nella nota introduttiva manca un accento: "si ritrovera da solo" (ritroverà).Segnala il commento

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