Pensa troppo, il suo problema è questo, dovrebbe esserne fiera, se solo si ricordasse di sé stessa.
Al mattino si dedica alle incombenze noiose e chi vive con lei la crede maniaca, errato. Prova ad organizzare il dovere per ricavare un minimo di piacere personale, intermezzo che non appare mai all'orizzonte.
C'è più tempo che vita, ma il tempo passa inesorabile, le ore scorrono veloci, Mara ascolta e dimentica perché si é alzata così presto.
Ha un cane vecchio, fa quello che vuole, non risponde ai comandi, sporca dove non deve, ha provato ad urlare, ha provato a minacciarlo con un bastone, sembra che lì per lì capisca lo sbaglio, il giorno dopo ci ricasca.
Nero è malato, forse, magari, semplicemente, gli anni sul groppone gli impediscono di distinguere il capobranco e, come un lupo che non é, decide per sé e per gli altri.
Non pensa, agisce di istinto.
Il segreto glielo indica lui, basta non pensare più, soprattutto smettere di ascoltare il resto.
"Grazie Nero di pensare per te, mi hai insegnato una cosa strana, gli animali vedono lontano, quindi."
Giustificare la noncuranza, l'egoismo, la voglia di andare storti, perché quando uno è diventato mezzo sordo colpe non ne ha.
Il segreto di ritornare ad essere padroni della propria esistenza lasciando al loro destino chi ti ha chiuso le ali.