A volte, guardando il cielo
penso al paradiso e mi chiedo,
da quale parte sarà collocato?
Diceva, mia madre - c'è, ma non si vede-
- e gli angeli? -
- uguale- rispondeva.
Ma ora c'è un traffico tremendo di aerei
troppo rumore, troppo disturbo
e forse il paradiso si è trasferito
che so, in qualche isola vergine
o in un'altra galassia
o nel caveau più inaccessibile che esista
o addirittura l'hanno chiuso
e ci hanno messo un cartello sopra
con la scritta:
" CHIUSO PER RISTRUTTURAZIONE"
e nessuno sa dire quando riaprirà.
Mia madre lo diceva anche dell'inferno
- c'è, ma non si vede -
e io lo immaginavo giù in fondo
vicino al centro della terra
così che il fuoco restasse circoscritto
e i dannati non potessero uscire.
Ma qualcosa qui è andato storto
perché l'inferno adesso è ovunque
le anime si sono tutte mischiate
e non si sa più chi sono i buoni
e chi sono i cattivi.
C'è perfino qualche buon diavolo
che prova a spegnere il fuoco
con mezzi di fortuna
una coperta, un secchio d'acqua
un estintore scarico
ma c'è pure qualcuno che ci soffia,
su questo fuoco.
Intanto io sto qui,
e continuo a guardare il cielo
e vorrei dire, anzi, gridare:
" Madre!"
l'inferno si vede eccome
invece finisco di fumare l'ultima sigaretta
poi prendo la penna
e scrivo.
IL GIOVANE FOTOGRAFO ASTOR
È meglio che il mio corpo resti qui
nel caso venga la morte a reclamarlo
ma lascio andare libero il pensiero
lo lascio arrampicare fra le cime
dove l'eco aggancia la mia voce
e il mio grido rimbalza
rimbalza
rimbalza...
Venivo qui a fare fotografie
ancora prima che nascesse il sole,
Petros era bella, perfetta nell'alba
e io scattavo, scattavo
e credevo che quello fosse il sole di tutti.
Ho fatto appena in tempo a salutare
mia madre
e ad affidarle la reflex
che adesso sulla spalla ho un altro peso
e i miei occhi faticano a distinguere...
forse c'è troppa esposizione
il mio sguardo è fisso su una focale alterata.
Oh, potessi almeno cambiare l'obiettivo
e lavorare un po' sulla prospettiva
ma come faccio
senza il mio grandangolo?