'Maestra, domani si festeggia il Natale! Dove facciamo l'albero della scuola?'
'Quest'anno l'albero non c'è. Non ci sono i soldi'
Il gatto Rossano passa davanti alla finestra coccolandosi sulla maniglia e sente i bambini lamentarsi.
'Ma non si può fare festa senza albero! Che Natale è!'
'Io a casa ne ho uno grande, ma è di plastica, vecchio e ormai senza aghi', dice Marco 'La mamma lo vuole buttare'
'Chiedi al tuo papà se lo può portare domani' dice la maestra 'Piuttosto che niente...'
'Ma maestra, come si fa con un albero brutto!'
'Dai, qualcosa ci inventeremo'
I bambini escono tristi da scuola. Che brutto Natale li aspetta!
Rossano, è un gatto buono, speciale. Non ha padrone, ma tutti gli lasciano qualcosa da mangiare. 'È il gatto di Babbo Natale', sussurrano tra di loro i bambini quando lo vedono. Il colore è uguale al nome: un rosso intenso. Ed attorno al collo una collana di pelo bianco.
Dopo aver sentito i bambini, corre nel bosco. Ha tanti amici Rossano, e vuole fare loro una sorpresa per l'indomani.
Arriva dove gli alberi sono meno fitti e comincia a miagolare.
"Allarme Natale, accorrete, accorrete tutti!'
Dal bosco che sembrava deserto, si presenta una nuvola di animali che lo raggiungono di tutta fretta.
Un picchio, svolazza attorno al larice e si posa su uno dei rami.
Un orso risvegliato dal letargo, con la bocca spalancata in un grande sbadiglio, passeggia appesantito e con gli occhi socchiusi fino a sedersi sul prato umido di fronte a Rossano.
Un coniglio saltella evitando gli ostacoli, mentre una civetta lo osserva roteando gli occhi, con un certo appetito a dire il vero.
Un lupo si avvicina camminando a zigzag, con il muso rivolto verso il cielo, pronto ad ululare al tramonto. Il suo pelo si fa morbido sul collo bianco, pare quasi zucchero filato.
Poi, tutti insieme, li raggiungono un cervo musone, un gallo cedrone, un'anatra dal vicino stagno, e pure una marmotta scivolando giù di schiena sulla discesa innevata. Si uniscono anche un porcospino ed una volpe, rossa e bianca come Rossano.
Il gatto allora riprende a miagolare:
'I bambini avranno al massimo un albero spellacchiato. Tutti noi sappiamo che vuol dire!'
'Certo. Niente albero, niente regali!' dice seriamente preoccupata la civetta.
'Niente regali, niente festa', continua il lupo, guaendo tristemente.
'Niente festa, niente gioia', abbaia la volpe.
'Niente gioia, niente Natale', conclude profondo l'orso.
'Sono venuto a chiedervi un aiuto per fare un dono a questi bambini e salvare il Natale'
'Sì, io ci sto! In fondo, senza la gioia dei bambini sarebbe un mondo molto buio' risponde pronto il picchio.
'Anch'io', rispondono a turno gli altri, ritmati come tanti rintocchi di campana.
'Allora, ognuno di voi pensi a qualcosa. Domani mattina, appuntamento davanti alla scuola.'
'A domani', dicono in coro tutti gli animali.
Il sole si nasconde dietro la montagna, la luce ormai è solo quella della luna. Il lupo ulula, la civetta canta, la marmotta saluta con un ultimo fischio il giorno.
Nel cielo c'è qualcosa di diverso stanotte, come se qualcuno guardasse da dietro le stelle. Ma forse è solo un'impressione.
Il mattino dopo è il giorno della festa. I bambini entrano mogi a scuola. Mamme e papà se ne sono andati. Torneranno per la festa fra un ora. Ma che festa? Marco ha con sé l'albero.
'È proprio spellacchiato!', dice la maestra. 'Non so cosa possiamo fare', sospira.
Dal vetro della porta interna che dà nel giardino, il picchio bussa ripetutamente e l'orso fa mostra di sé con accanto un lupo ed una volpe, e mille animali tra piccoli e grandi.
I bambini scappano spaventati. Per fortuna arriva la maestra:
"Che ci fate qui? Non vorrete fare male ai bambini!'
'Ma no, che dite! Siamo venuti a portare dei doni!', risponde la marmotta, ondeggiando a destra e sinistra mentre parla.
Ma la maestra non capisce i suoi versi.
Allora nella folla di animali si apre un varco. Dietro si vede una piccola montagnola.
Sono pigne di ogni taglia e specie, nude e piene di bacche, ed ancora foglie colorate di rosso, giallo, arancione e marrone. Ci sono pietre bianche di quarzo e nere come il carbone, e poi penne d'anatra e di gallo, di civetta e picchio. Sulla superficie della montagnola ciocche di pelo bianche e brune volano trascinate dal vento, come fiocchi di neve discesi dal cielo.
Il primo a capire è Giovanni.
'Maestra, ci possiamo addobbare l'albero!'
'È vero maestra', dice Marta. "Guarda che belle queste cortecce dorate!'
'E con questo morbido pelo possiamo riempire i rami così vuoti', sogna Daniela.
'Queste uova, se le dipingiamo, sono perfette come palline di natale!', s'ingegna Alessia.
'Via allora, al lavoro!', stimola i bimbi la maestra. Anche gli animali danno il loro contributo, portando quegli addobbi insoliti.
Già l'aria è cambiata. Nella scuola triste è scesa un'atmosfera magica di sguardi ed emozioni. Finito il lavoro gli animali salutano, abbracciandosi con i bambini.
Quando arrivano i genitori ed entrano dalla porta, l'albero è un trionfo di colori, la stanza è piena di gioia.
'Che bell'albero' dicono le mamme tutte insieme, ed i papà annuiscono, persi a guardare la luce che spunta dai sorrisi dei loro figli.
Poi, senza che nessuno la spinga, si apre la finestra. Dall'esterno entra una nuvola luminosa. Sono lucciole come non se ne vedevano da anni. Tutte insieme avvolgono l'albero. Quando sembra che la magia sia conclusa, un fiocco di neve entra fluttuando dalla finestra e si poggia sulla punta dell'albero. E lì splende come una stella cometa.
Ha iniziato a nevicare, l'albero si riempie di doni. La gente è felice. Fa freddo, ed ora qualcuno ha chiuso la finestra. Fuori Rossano si coccola sulla maniglia.
Nel bosco gli animali festeggiano a modo loro il natale, con tanti versi striduli e profondi.
Tra tutti, da qualche parte, se ne sente uno particolare.
Fa più o meno così.
'Oh oh oh, Merry Christmas!'.
Lo riconoscete?