io lo sapevo che era l’ultima volta
forse lo sapevi anche tu
mentre distesi sul letto di quel motel
a due passi dal lago di Como
cercavamo di ricordare il come e il quando
del nostro primo incontro.
eri appena tornata dal bagno
sapevi di talco e dentifricio
gli occhi non come gli occhi di un gatto
ma ciascuno un gatto intero
una stella di pelo il contorno
al centro il culo verde di una bottiglia di heineken.
ogni fine
sperabilmente
implode senza clamore
una mucillagine silenziosa che si adatta alla spiaggia
e non vedi l’ora di andartene.
in fondo al corridoio
una coppia tedesca faceva l’amore
ma proprio come nei porno ‘70
hauff sheidèn himmloich haaanf
che vuole dire nulla
ma noi ridemmo correndo come bambini
ad incollare le orecchie alla porta.
poi venne il terremoto.
ciascuno pensò a se stesso
indossammo accappatoi zuppi
scendemmo in strada
uomini e donne spaesati
un dipinto di Savinio
piedi scalzi sull’acciottolato
un cane isterico sul balcone di un palazzo.
solo una scossa
non accadde altro
ritornammo nelle camere
lumache senza guscio
salivose di paura.
non ci fu un solo abbraccio
tu sul letto
io sulla poltrona
non scambiamo una parola.
non ci eravamo presi la mano nemmeno per un attimo
e non ce ne saremmo mai scordati.