‒ Tutte le volte che ho avuto paura ho preso le distanze. Dal lavoro, dalla città, dalle persone. La mia vita è un allontanamento continuo.
‒ Avresti dovuto fare l’astronauta.
Guarda il contratto sul tavolo.
‒ Se non te la senti puoi tornare domani ‒ dice Jolissa rigirandosi l’anello di topazio. ‒ Prenditi il tempo che ti serve, stai firmando il futuro di tuo figlio.
La ringrazia con un filo di voce, gli occhi puntati sulle ginocchia che tremano.
Daisy rincasa. Patrick è sul divano, saluta prima la pancia poi lei.
‒ È andata bene la cena?
Gli ha detto che era al ristorante con Luz e Margareth.
‒ Sì, grazie.
‒ Il solito sushi?
‒ Per me udon.
Le chiamano bugie bianche.
‒ Wasabi?
‒ Sui gamberi cotti. Sai che non riesco a farne a meno.
‒ Appena potrai mangiare sushi di nuovo prenoterò il miglior ristorante giapponese in città.
‒ Sono anni che me lo prometti.
‒ Adesso che siamo una coppia di livello B possiamo concedercelo.
‒ Coppia di livello B?
‒ Oggi sono stato alla Banca.
Lei si blocca e domanda.
‒ La Banca del Mondo?
‒ Sì. Finalmente hanno richiamato.
‒ E non mi hai avvertita?
‒ Eri in ufficio, poi avevi la cena con le tue amiche.
Daisy appende il cappotto al gancio sul muro.
‒ Com’è andata?
‒ L’account è attivo, siamo rientrati in una classe avanzata di Genitori Futuri ‒ spiega orgoglioso. ‒ Il Consulente Familiare ci ha dato il livello B, secondo me abbiamo scontato il prestito d’onore che sto ripagando e il problemino di tuo padre.
‒ Mio padre?
‒ Tranquilla, mi ha assicurato che nostro figlio avrà comunque ottime opportunità. Ho fatto un paio di simulazioni del Profilo Futuro, se vuoi te le mostro e ne scegliamo una.
Daisy va in bagno e passa trentacinque minuti sotto al getto dell’acqua calda.
La Banca del Mondo è un’organizzazione istituita dieci anni fa. Ogni cittadino mondiale, per legge, ha un account nel quale confluiscono i suoi dati scolastici, legali, fiscali e sanitari. Promossa per favorire il collocamento lavorativo, ha dato sin da subito risultati strabilianti: gli architetti sono tornati a progettare, gli avvocati a fare cause ed esiste un albo di blogger e youtuber certificati, come per i giornalisti.
Da tre anni la Banca è agganciata agli istituti di credito: dopo che il Governo è ricorso al prelievo forzoso sui conti correnti per accedere agli aiuti internazionali, si è deciso di tenere sotto controllo non solo i redditi ma anche la ricchezza della popolazione. L’evasione fiscale è stata azzerata perché si è potuto identificare le incongruenze tra dichiarazioni dei redditi e selfies di auto nuove, viaggi in giro per il mondo, serate in locali esclusivi. Aggiungendo i profili social e introducendo una tassa sull’odio sono spariti anche gli haters e gli stalker.
Infine, hanno introdotto i Profili Futuro per i nuovi nati. Sono obbligatori dal mese scorso con efficacia retroattiva, e il mese scorso Daisy era già incinta di due mesi.
La procedura è semplice: entro il terzo mese di gravidanza i genitori aprono un account scegliendo un “pacchetto di possibilità”: una scuola, un mestiere, una città, un orientamento sessuale, religioso e artistico. Ovviamente, più garanzie si offrono alla Banca migliore è il Profilo Futuro a cui si può accedere. Secondo il Consulente Familiare il figlio di Patrick e Daisy potrà fare molte cose, tra le quali l’insegnante di yoga vegano e in salute fino a novant’anni ma con uno stipendio basso, oppure il manager di una società di consulenza multinazionale, con la gastrite e calvo a trent’anni.
‒ Con quello che guadagnerà si farà un trapianto ‒ sdrammatizza Patrick.
‒ Tesoro, non so se voglio registrare questo Profilo Futuro.
‒ Ma sì, possiamo sceglierne un altro. Abbiamo altri due giorni di tempo per firmare.
‒ Intendo dire che non so se voglio registrare un Profilo Futuro per il bambino. Non guardarmi così...
‒ È legge, Daisy! Andremmo incontro a una sanzione e lasceremmo nostro figlio in clandestinità!
‒ Ma ti rendi conto? Mi chiedono quanto voglio fargli guadagnare quando non so ancora se sarà maschio o femmina. Non abbiamo nemmeno scelto il suo nome!
‒ Decidiamolo adesso.
Daisy e Patrick hanno parlato diverse volte del nome senza decidersi, ma sono entrambi d’accordo che non sarà il nome di uno dei nonni. Una volta si usava dare ai bambini un nome di famiglia, un’impronta calcata sulla fronte delle nuove generazioni. Daisy e Patrick sono abbastanza giovani da aver scampato quella tradizione, altrimenti oggi sarebbero Rosetta ed Aleister.
‒ Come lo vuoi chiamare?
‒ Jolissa.
‒ Che brutto nome!
‒ No, Patrick, intendevo dirti che io sono stata da Jolissa stasera.
‒ La tizia del consultorio?
‒ Sì, lei. Volevo vedere i suoi profili.
L’uomo guarda il soffitto con disappunto.
‒ Tua madre ti ha convinta, allora.
‒ Ma no, tesoro.
‒ Lei abita in un altro Paese, le cose non funzionano come da noi.
‒ Forse funzionano meglio.
‒ Perché sono tutti vecchi.
Daisy lo ammonisce con lo sguardo. Lui si sforza restare calmo.
‒ Come ti sembrano questi profili di Jolissa?
‒ Umani.
‒ Lo sai, che non sono ufficiali?
‒ Jolissa registra i suoi profili in Banca, sono ufficiali.
‒ Ma non sono trattati come quelli della Banca.
‒ Dovresti vederli, Patrick! Includono capacità cognitive e non cognitive, sono più ricchi.
‒ Fuffa, ecco cosa sono!
‒ Preferisci comprare a tuo figlio una casa o una capacità?
‒ Può fare l’insegnante di yoga sottopagato come ci propone la Banca, se lo vuoi sereno e riflessivo. È questo che vuoi?
‒ Vorrei vagliare tutte le opportunità prima di scegliere.
‒ In che mondo credi di vivere? Se non registriamo un profilo di alto livello della Banca nostro figlio sarà un emarginato.
‒ Patrick, non urlare.
‒ Non ti capisco, è una vita che ci sbattiamo per raggiungere una qualche stabilità, tu che hai voluto fare carriera, che parli tanto di divari salariali e diseguaglianze adesso ti rifiuti di comprare un futuro facile a tua figlia?
‒ Un’etichetta, un biglietto da visita rappresenterebbe un futuro facile?
‒ Sì, senza un soldo come pensi che sopravviverebbe alle crisi economiche? Alla cattiva politica, ai terremoti, alle malattie?
Daisy non riesce a replicare perché lui incalza.
‒ Il Profilo Futuro è fatto apposta per ridurre i rischi, eliminare le incertezze che per secoli hanno accompagnato la procreazione e la vita. Se hai paura che tuo figlio si perderà il divertimento della fatica, delle porte in faccia e dell’indigenza, tranquilla che non sarà un MBA a sottrarglielo. Non possiamo evitare tutto, ma possiamo farlo partire con il fango alle ginocchia invece che al collo. Capito?
‒ Capito, capito.
‒ Tu non hai capito ma va bene così. Capirai.
Daisy si sveglia di notte, va in bagno e la carta igienica si colora di rosso. Chiama Patrick, chiama il ginecologo, chiamano un taxi. I medici salvano il bambino, lei resta in osservazione. Patrick torna a casa all’alba, si fa una doccia e si cambia, va a lavoro. La Banca lo chiama, gli propone un pacchetto assicurativo da associare al Profilo Futuro.
‒ Grazie ma il pericolo è rientrato.
‒ Se non sottoscrivete l’assicurazione dovremmo declassarvi a genitori di livello C.
‒ Cosa?
‒ Se non potete permettervi l’assicurazione non rientrate più nella classe B.
‒ Scusi, non la seguo.
Il Consulente ricomincia a spiegare.
‒ Un bambino nato da una gravidanza a rischio potrebbe aver bisogno di cure post-partum o peggio, vedere la sua produttività ridotta in modo permanente. Abbiamo bisogno di un'assicurazione a copertura.
‒ I medici hanno assicurato che è tutto a posto ‒ ribadisce Patrick sorridendo. Il Consulente Familiare non può vederlo, ma sta cercando di trasmettergli sicurezza e fiducia.
‒ Ci hanno trasmesso la cartella clinica di sua moglie. È sulla base di quella che abbiamo ricalcolato il modello.
‒ Lo stesso modello che ieri dava un altro risultato.
La voce di Patrick si vena di una nota polemica.
‒ Mi dica, cosa potremmo fare per restare in B?
‒ Acquistare l’assicurazione.
‒ Ma abbiamo investito tutto nel Profilo Futuro!
‒ A tal riguardo, le comunico che il suo account ci risulta aggiornato alla classe C. Se non ci sono sviluppi, avete un altro giorno per registralo. Doveste incontrare problemi, chiamatemi pure.
Patrick sente il corpo prosciugarsi dal sangue. Chiude la comunicazione con le orecchie che ronzano, fissa la parete a vetri. Un collega lo chiama per la pausa caffè, lui lo scaccia con un gesto della mano. Le mail in arrivo si accodano sullo schermo, la luce rossa del telefono lampeggia, qualcuno bussa alla porta, il cuore prende a battere veloce. Cosa gli sta prendendo? Si è laureato in una prestigiosa università, è il capufficio più giovane dell’azienda, ha una casa perfetta, una moglie perfetta, un matrimonio invidiabile, sta diventando padre all’età giusta ed è un genitore di classe A ‒ di classe A, dannazione! Il prestito d’onore l’ha investito nella laurea e sta restituendo quei soldi ogni mese, ogni santissimo mese. Se il padre di Daisy quindici anni prima aveva sparato alle gambe al ladro che aveva tentato di svaligiargli casa, lui che poteva farci? Era stata legittima difesa, inoltre l’aveva colpito soltanto di struscio. Suo figlio adesso sarebbe stato legato a profili meno appetibili, a futuri meno brillanti per colpa di un modello di rischio? Gli avrebbe rinfacciato che non aveva potuto permettersi una fottuta assicurazione? Forse la colpa è di Daisy, del suo corpo. O del wasabi? Ma che vado a pensare, si dice dandosi un pugno in testa.
Riceve una telefonata, prende il cappotto ed esce di corsa dall’ufficio. A chi glielo chiede, risponde che sta andando lontano. In ascensore non si guarda in faccia. Nel parcheggio vaga venti minuti prima di trovare l’auto. Dove cazzo sto andando, si dà un altro pugno in testa. Le gambe si muovono da sole e al ronzio nelle orecchie si accompagna una sudorazione incontrollata. Sale in macchina e mette in moto. Aggiusta lo specchietto retrovisore e incontra gli occhi allucinati di un genitore nel panico. Uno di classe C.
‒ L’account resterà attivo per un anno ‒ spiega il Consulente Familiare. ‒ Nel caso in cui restasse incinta di nuovo, signora.
Daisy annuisce, due lacrime calde le cadono sulla pancia. Patrick incrocia le gambe mentre quello riprende.
‒ Non avevate registrato il profilo, quindi l’account ha solo il cognome del bambino. Avrei bisogno anche del nome per archiviare la pratica.
‒ Non sapevamo ancora il sesso ‒ replica lei.
‒ Possiamo inserire entrambe le opzioni. Avevate pensato a qualcosa, vero?
Patrick la anticipa.
‒ Se dovessimo cambiare Paese varrebbe lo stesso account?
Il Consulente sospira.
‒ Purtroppo no. Ogni paese ha la sua Banca, almeno quelli avanzati, e benché si stiano negoziando accordi per lo scambio di informazioni ancora siamo agli inizi. Potrebbero sapere se voi cambiate lavoro ma non avere l’infrastruttura per gestire un Profilo Futuro.
‒ In quel caso come funzionerebbe?
‒ Alla vecchia maniera. Avete per caso in programma di trasferirvi?
Patrick minimizza.
‒ Sua madre abita all’estero e potrebbe avere bisogno di noi fra qualche anno.
Daisy trattiene il respiro. Di solito è lei che usa le bugie bianche.
‒ Ad ogni modo dovreste darmi dei nomi.
Patrick guarda sua moglie con gli occhi stanchi e cerchiati.
‒ Se fosse nata femmina l’avremmo chiamata Rosetta. In alternativa, metta Aleister.