Non riuscirò a completare il testo e a pochi interesserà. In ogni caso pensavo che il miglior modo di salutarsi fosse quello di lasciarvi con qualche frammento. Vorrei ringraziare tutti quelli che nel tempo mi hanno letto, consigliato e corretto. Ho conosciuto brava gente e spero di aver lasciato anche solo un sassolino su questa piattaforma. Vi ho letto molto nonostante commentassi poco. Ho letto racconti e poesie che mi hanno ispirato, attacchi che mi hanno convinto che la leggerezza, alla fine, sia la strada da imboccare.
Ho cercato di mettere qualcosa di me in quello che scrivevo e spero che vi sia in qualche modo arrivato. Io mi sono divertito a stare su Typee ed è forse la cosa più importante.
Un abbraccio a tutti. Vi auguro il meglio.
Una canzone bambini avete ascoltato come hanno giocato? la loro canzone è amore E i bambini conoscono la strada
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Gli scoppiettii ti accompagnano. Lo sguardo si perde nella roccia che quasi scompare inghiottita dalle tenebre, poco più in là, dove la foresta dirada e comincia il verde. I raggi lunari combattono per tenerla in vita. La stanza profuma dell’odore di tabacco che va confondendosi con quello di legno bruciato. La penna scivola insensata, ricalcando le rigature. Sillabe rimbalzano oniriche nella stanza. Echi plasmano le immagini indefinite. Biografia sonora del passato. La musica è importante. Agli ultimi ardori della brace, l’inchiostro ristagna, le parole cadono in un angolo della memoria. Sulla luce di un pomeriggio di sole che lento affonda nel fiume. Su di un canto che si espande da un televisore -A nation turns its lonely eyes to you. Lei ne accenna il ritmo muovendo le spalle. Un gatto gioca d’equilibrio sulla ringhiera della terrazza. Un velo di luce va abbassandosi correndole lunga la schiena. Per qualche istante, ti diverti a inventare costellazioni con i suoi nei. Prima che il sole sparisca e che la goccia dal bicchiere cada a terra.
“Vuoi qualcos’altro da bere prima di cena?”
Un altro impercettibile suono che fragile viene trasportato dalla notte verso i pini, verso gli aghi a cui cercherà di aggrapparsi. Non riesci già più a sentirle. Non sono qui. Non c’è più spazio nel ricordo. Fra voi, rimangono solo onde elettromagnetiche a galleggiare, a fare ponte.
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Il riflesso di un gioco impresso nei suoi occhi. Chino sull’inchiostro, ti appare tutto così lontano. Sull’agenda rossa della Esso, ora sforzati di far riemergere quella foto. Del sorriso impresso di quel bambino. La T-shirt strappata. I triboli disegnano pois sui calzini. Il riflesso degli alberi sugli occhiali da sole neri. Se la penna si scarica lasciala da parte e non lasciare che la notte cali su quella immagine. Anche la nebbia ne verrebbe inghiottita. La stessa che accompagna le sere della provincia, vissute costeggiando il bordo dei fossi. La macchina corre, il tabacco cade dalla cartina sul tappetino, un sorriso di un amico illuminato dal display della radio. Ricordati di lei che ti aspetta. Sdraiata sul letto combatte l’oblio del sogno. Non tornerai a casa stanotte. Le ruote non si possono fermare, corrono e le strade di Beijing si confondono a quelle di Berlino. Ricordati
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Sei rimasto là, a immaginare la caccia ai caribù. Quello che senti non è il canto dell’allocco. È un’anatra che vola a filo d’acqua, laggiù nella tua palude. Non è casa tua.
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La luna illumina la roccia che la accendere una nuova fiamma sembra superflua. L’alba le tinge di rosa. Sento il fiume a gettarsi da uno strapiombo che domina dall'alto il bosco. È stato faticoso arrivare fin qui.