Sono canna al vento mi piego non mi spezzo
avrei ancora qualcosa da dire
avrei da essere la ciliegia sulla torta,
la punta di diamante, la bella sorte.
Carolina passeggia tra i suoi amuleti, sulle ruote
dei mossi pensieri
e la ruggine dei passi inesperti.
Sentenzia, si bagna nelle zolle nei mari amorfi
poi conta i minuti per prendere fiato.
Sono un tempo perso
un plus ultra di battito cardiaco
mentre ancora bacio il mio sole di carta,
la mia mela acerba da mangiare in due.
Sulla carrozzina insisto a voler vivere,
cerco lucertole e grilli, anemoni e fresie.
Ma ancora penso: sarò centometrista e delfino,
(cavalla di razza) a rincorrere le onde del mio
insensato paralitico, vivere.