AC Ghermisce e cattura l’attenzione con testi originali, musicali e suggestivi (Adri55)
Onanismo Pseudocultural Citazionale che ovviamente non crea niente (VomitAll)
L’erudizione non è mai in Fellini una cosa pesante, accademica, è sempre qualcosa di insolito, brillante, divertente, un’avventura dello spirito da cui i lettori escono sempre sorpresi e arricchiti. Di più. Le visioni di AC sono saggi e creazioni artistiche, e metalinguaggio. La sensazione che ogni cosa porti in sé una lunga stratificazione di forme canoniche ereditate dal passato e spinte dentro il frullatore di un galattico social network (E.)
L’ho letto più volte alla ricerca di qualcosa: che non fosse un elenco, di citazioni. Niente da fare. Chiusa noiosa, come l’incipit... (XXX)
AC è una grande storia epica sviluppata in testi autonomi e separati (Episodi) in cui ricorrono i medesimi personaggi e gli stessi luoghi. Citando Lukács, in ogni Episodio “tutto è nuovo e insieme familiare, avventuroso eppure noto”, perché mostrato e vissuto in una pagina adiacente (Ghemar)
Io non capisco perché AC dovrebbe stupirmi o interessarmi o comunque piacermi (Ipsedixit)
Quando si leggono gli Episodi di AC bisogna prepararsi a essere sballotati, trascinati dentro e percossi. Se ne esce frastornati, col mal di testa. È proprio una lettura fisica (LapusInFabula)
Uno scrivere che sfarfalla pur posandosi a volte sullo stesso fiore, eludendo la semantica in una caotica riconnessione. Giri piacevoli nel mondo dei grandi pittori, Dalí, J.Koons. Lancio di flash che come stelle filanti si spengono in un linguaggio stratificato a me noto. Tutto su una spiaggia onirica sulla quale si arena l’insaziabile desiderio della libertà. Una musicalità che talvolta prende e poi ti lascia. Come se l’intento fosse compiere una razzia dentro, forse! (Poetante)
Mi hai annoiato e sono saltato al finale. Scontato (TommasoRada)
Leggerti è come tirare di coca (Graogmann)
“Il primo angelo, / pur devastato dall’eroina, / trovò la forza / di suonare la tromba: una musica purissima e fredda / come l’ago di una siringa / si levò nell’aria”. Quest’immagine è di una potenza incredibile, l’incipit perfetto (RoCarver)
Ci sentiamo immersi nella tua ricerca mitologica, la via per l’epica moderna è fatta di mondi letterari e non vissuti, interiorizzati ma anche di invenzioni acute che vengono fuori dalla tua penna, dal tuo stile. Trascorriamo il tempo sulle letture, sulle scritture e sulle riscritture e diventiamo in un certo senso parte di esse. La tua serie ci porta a toccare gli oggetti, gli ambienti, le persone e persino le fantasie sfuggenti. A chi non piacerebbe essere Jay per incontrare la tua Daisy, parlo dei maschietti naturalmente (Kantros)
AC è un’epica priva di aria e di ali per sollevarsi; ricorda un immenso pallone, tutto di pezzi di seta cuciti insieme e pazientemente gonfiato, ma che si rifiuta in maniera assoluta di lasciare il terreno (James)
Ho sempre l'impressione di trovarmi difronte ad uno splendente serial dove il regista è il virtuoso prestigiatore che rende magiche le immagini e lucide le idee... Complimenti Federico! (DavideMarchese)
Se mi organizzi un incontro con Jay, non mi tiro indietro! (Kantrosa)
Bau (GranKan)
Bello, ricco di magnifici omaggi, ma sempre originale e coinvolgente. Un piacere (SilviaL.)
Romanzo(???) troppo lungo e ridondante di rimandi, di aggettivi, di citazioni che, se danno un’idea della erudizione dell’Autore, non aggiungono niente alla trama e non sviluppano il soggetto (PierGiuseppe)
Quando presenti il Roc, nelle prime pagine (E2S1), sollevi il lettore verso lo spazio infinito della creatività e dell’inventiva. Poi, all’improvviso, lo catapulti in citazioni che si stendono come binari su cui ti muovi a velocità sorprendente, ma come se volessi tu stesso ridurre l’altezza del volo. Dura poco (per fortuna), ti rialzi in volo e torni ad altezze vertiginose (AdrianaLovesRocky)
Ma chi è quel coglione che va ad abbaiare sulle pagine social altrui? (MarcoPolo)
La tua scrittura riflette palesemente una personalità narcisistica... auguri. Ne hai bisogno (Mirador)
Il primo incontro fra Jay e Daisy si svolge nell’atmosfera di The Grand Budapest Hotel di Wes Anderson. E di Wes Anderson anche la tecnica “passo uno” o “animazione a passo uno”, l’impressione di un fotogramma alla volta. Dentro ogni fotogramma il Lettore viene trascinato ma un istante prima che si immerga del tutto viene sospinto oltre, in una vertigine di cultura, allusioni, rifrazioni. E alla fine emerge catturato dalla rete! (Mesi)
Ariminum è una città sotterranea, a metà tra Philip Dick e Lewis Carroll. Le descrizioni sono troppo cariche, per il mio gusto. Ma il mio gusto è per l’appunto mio, e credo che invece abbiano il senso del tuo stile. Il tuo stile è così, vuole essere così. Allora, però, ti direi di andare più spedito, di raccontare, perché spesso ti perdi nel descrivere, che è un po’ come osservarsi. Ma ammirabile (IlToso)
Affascinante la figura del Capitano presentata in S1E5, nel suo particolarissimo rapporto con le mappe, unitamente all’idea molto bella e poetica di legare il discorso delle mappe e dei labirinti al momento della narrazione in cui al Lettore sembra, come al Capitano, di “aver perso la rotta” (Ferro3)
Impressionante la capacità evocativa, anche quando si appoggia a schemi o termini talvolta un tantino usurati. Stimolante nel proporre punti di vista originali finisce però per creare una lunga introduzione descrittiva, a tratti compiaciuta, di una trama che non decolla mai. Gli Episodi dichiarati nel progetto come racconti autosufficienti non lo sono nei fatti, proponendosi eventualmente come una ricerca sperimentale di nuovi spazi narrativi che negano il fattore Tempo e quindi la trama ma rischiano di ripercorrere, con ossessiva e talvolta inspiegabile cura dei particolari, quei territori della descrizione fine a se stessa, tanto cari a chi scrive ma meno a chi legge. Però tutto dipende probabilmente dal mio fastidio per le puntate in genere e per le serie TV in particolare (FabioMinimo)
Il mondo Ariminense, un non luogo, una specie di nastro di Moebius, un eterno ritorno non nella monotonia, ma nello sbalordimento, per rianimare pensieri e cuori assopiti dalla pedanteria (PaoloRosso)
Un grande affresco onirico, pagano, ogni figura del reale è eretta a mito. Da 10 (IlProf)
Inossidabile, inesorabile, incontemplabile polverizzazione dei calendari del Tempo, in frantumi, in immaginifica, impossibile, insuperabile astronomica e astrofisica Sublimazione Estetica ed Estatica (Pan)
Lo Scrittore e la sua Ombra... come Peter Pan ti liberi dalla tua ombra e voli sulle ali della fantasia, sopra le citazioni, sopra gli iconici oggetti di design, sopra gli Ariminensi, per spaziare sulla terra, mai troppo esplorata, degli incipit. Bravissimo. E, sono andato a leggermi la poesia della Szymborska (Falcomer)
Un martellamento continuo, quasi ossessivo. Un lambire contorni senza assaporare. Ti fermi ad annusare profumi che appena senti. Un caotico scavare in uno spazio angusto. Ma questa sembra la tua caratterizzazione. Cmq, stratosferico! (Astronaut)
La sensazione che lascia la lettura di AC è quella di uno sterile gioco cerebrale-combinatorio, privo di pathos e umanità: letteratura per androidi (Comitato di Lettura Premio Italo Calvino)
La Ciurma: l’immagine della parata in sneakers del Quarto Stato è di per sé magnifica (IlSolitoIdiota)
Tramite una sorta di prodigioso onirico porti il lettore a spasso, un safari di inchiostro che tocca svariati strati densi e sottili. Scintilla che infiamma, fuoco che forgia (Vert)
Tra i mille temi di AC, spesso è la robotica a farla da padrone. Gli oggetti ipertecnologici con i loro chiarori, le loro segrete connessioni, la loro perfezione, sono destinati però a incrinarsi, ma non a favore di una rinata umanità, perché il male di vivere è la fisica stessa del mondo (Mirko666)
In La Visione dell’Uomo Sabbia (E1S3) tornano tutte le caratteristiche più tipiche di FDF, già ampiamente manifestate negli Episodi delle due Stagioni precedenti: in particolare, la tendenza all’ipotassi e all’accumulo, non solo di paragoni e riferimenti, ma soprattutto di immagini. La notevole lunghezza dell’elencazione, tuttavia, produce in questo caso un effetto di smarrimento che rischia di risultare respingente, anche perché, limitandosi il contenuto alla pura descrizione di uno spettacolo, la riduzione del Lettore al ruolo di semplice spettatore passivo tipica di AC raggiunge qui il suo massimo livello (Killer)
In La Cucina la piccola cosmogonia portatile di Queneau accende la radio, si siede in cucina, contempla la Luna, con l’apérol in mano, telefona a Montale, gli chiede le parole, poi torna alla Musica e si lancia nell’Universo optando per zone non troppo abitate, percorsi laterali, zone marginali, in un turbinio di idee, colori, mobili, ortaggi, fiori. Psichedelica, astrofisica, botanica, cosmica, si presta a una lettura iconica, o ironica, ma anche laconica. Bionica, senza dubbio! (LettriceAppassionata)
Emerge, in alcuni punti di AC, uno degli aspetti più tipici dell’Autore, che è la tendenza al citazionismo “forzato”, talvolta a discapito della linearità del pensiero (MatitaRossa)
Da rileggere sicuramente più volte, come la vera letteratura (e questo è uno di quei casi) (Brigantino)
Mi è piaciuto A piedi nudi nel parco, in silenzio, dove la vena citazionista cede il passo a una storia più intimista, dove anche le descrizioni della Luna trovano il loro contesto. Uno stile che francamente preferisco. La trama, ancora labile, non tralascia di seguire gli stati d’animo, da segnalare un Jay di incredibile rilievo e profondità. Un racconto/saggio notevole, dove la bilancia si inclina sul lato del saggio, per frasi e citazioni da ricordare e trascrivere (Cuoreditenebra)
Il Lonely Hearts Posthuman Circus è spettacolare! Piaciuta molto la scelta dei nomi, non so se Manolenta sia riferito a Clapton, comunque l’idea è stata davvero originale (Ringa)
Leggerti non lascia tregua alle sinapsi. Anche i neuroni piú pigri corrono :-) (FabianaFabiani)
AC risente dello squilibrio tra elementi narrativi – quasi assenti - ed elementi formali/stilistici – che sovraccaricano il testo. Ciascuno di questi implica uno spaesamento del Lettore, che ogni volta che sta per entrare nel racconto viene rimbalzato fuori per la necessità di capire i riferimenti extra-testuali (Kriptic)
AC si legge col sorriso sulle labbra e il cervello acceso. Nel secondo caso, ci si prova (LoSceiccoBianco)
Ma qualcuno ti sta contattando per pubblicare? O bisogna scrivere solo di frivolezze sennò niente? Bravo, impegnativo, immaginifico (Graogmann)
A proposito di Nel Bosco degli Oggetti Senza Nome: 1) “jeans brutalizzati da Roberto Cavalli” è geniale 2) la parte su Daisy e Helen nervose è un po’ troppo moraleggiante 3) la descrizione di Earnest è un po’ troppo arzigogolata 4) il tuo uso delle citazioni è veramente sofisticato ed elegante, bravo! (Dany)
Il romanzo è sovraccarico di descrizioni ambientali spesso compiaciute che impediscono di seguire il cammino dei personaggi, identificarsi con loro e immergersi nel mondo di Ariminum. I personaggi, grazie a pochissimi tratti, sono meglio delineati, ma quasi offuscati dalle descrizioni ambientali. La possibilità di inferenza del Lettore, quindi, è sacrificata a favore della verbosità e di alcuni virtuosismi non necessari: la presenza dello Scrittore nella narrazione andrebbe moderata (Il ReCensore)
Ho amato il Secondo Interludio: sulla qualità di stile e narrativa già sai. Andiamo oltre: fa ridere. Molto. In modo intelligente. Molto. End of file (e posa quell’ascia) (Superfan)
Ci siamo sottoposti al Test di ammissione: il punteggio conseguito ci collocava a buon diritto nella schiera dei Lettori Ideali del testo. Ma, a lettura inoltrata, ci siamo riconosciuti invece in un altro dei profili, vale a dire: “Sei un lettore con un buon potenziale. Dovresti arrivare almeno a pagina quarantadue”. O non abbiamo svolto il test con sincerità, o l’Autore ha sbagliato qualcosa (Inquisizione)
In realtà una terza opzione esiste: che non abbiate capito le domande del Test (Hegel)
In AC appare immediatamente visibile il progetto di reinventare i vecchi generi del racconto, ispirandosi al pulp, al noir, al fantastico, alla cultura pop. La sperimentazione esce dal quadro dell’avanguardia storica, pur ostentando riferimenti e citazioni a dadaismo, futurismo, surrealismo, espressionismo, per farsi pop: tecniche e immagini prelevate dai grandi maestri del cinema, del fumetto, della letteratura si contaminano produttivamente con la musica, le serie te, i graffiti, l’architettura, il design, la moda, la pubblicità, la robotica, oltrepassando confini culturali e geografici (Tondello)
In AC i personaggi sono ridotti a semplici apparizioni caricaturali, l’insieme non costituisce nessuno sviluppo drammaturgico, ma procede in un’unica inquadratura gigantesca con immagini simultanee, mentre lo stesso Lettore-osservatore è inghiottito dalla scena, scompare (IlNegazionista)
I personaggi di Ariminum Circus si tolgono la parola e si rubano gli argomenti e giocano a ribaltarseli reciprocamente. E volutamente, mi pare, non c'è confine tra il punto di vista dell’autore ed il punto di vista dei personaggi. Tutti i personaggi di Ariminum Circus sono proiezioni di aspetti del carattere non di un astratto autore, ma di una persona fisica, Marco; e tutti i discorsi, chiunque sia a pronunciarli, sono sfaccettature di ciò che Marco pensa. Naturalmente, più o meno trasfigurati, sono presenti gli echi dei libri letti e delle posizioni di amici e conoscenti... Non per gioco dico che Ariminum Circus - come anelito, come tentativo, come ricapitolazione - fa parte della gran rete che è la letteratura, è contiguo a Shakespeare e a Proust (Francesco Varanini)
Ecco l’essenza dello scrivere di Federico D. Fellini: autocompiacimento puro (Sincero85).