Alice quella mattina non riusciva a seguire la lezione, zia Eura l’anziana prof di francese parlava una lingua monotono, con una R che ammosciava tutto, mentre fuori da quei banchi, da quei muri con l’intonaco staccato dallo scotch, dalla lavagna nera consumata e graffiata c’era la vita.
Driiiiiiiin….l’atteso intervallo, le urla, la confusione, le compagne che uscivano di corsa dalla classe verso il corridoio e che Alice non vedeva l’ora di raggiungere. Alice aveva da poco compiuto 19 anni, era una donna, indossava delle décolleté di vernice nera con il tacco, un’ampia gonna a ruota con fantasie gialle e nere, una maglietta nera che a stento tratteneva un seno pieno e florido mentre lunghi capelli neri e mossi ricadevano sulle spalle, a completare la mise ampi cerchi dorati alle orecchie e una cintura alta a strizzarle la vita formosa. Era l’anno della maturità ma a lei gli esami non interessavano più, non vedeva l’ora di rivelare alle compagne le novità che la stavano aspettando fuori da quella scuola. Le ragazzine di terza A della classe accanto con i loro jeans, le Timberland ai piedi e i maglioni Benetton erano solo delle adolescenti, lei era oramai al di fuori di tutto ciò, doveva solo prendere quel diploma perché era arrivata fino lì, si trattava solo di un piccolo sforzo solo per accontentare i suoi genitori e non buttare al vento quei cinque anni di scuola superiore. Per il lavoro c’era tempo ora i suoi sogni erano altri e di lì a poco si sarebbero avverati, pazienza per l’università di cui aveva tanto parlato con le amiche. Alice si unisce al gruppetto di compagne che sgranocchiano la merenda raccontandosi gli avvenimenti del giorno prima, il cinema, l’uscita con il fidanzato, il primo giro all’università per capire meglio che facoltà scegliere, le paure per gli imminenti esami e le materie che sarebbero uscite a breve, insomma le solite chiacchiere per rimanere aggiornate. Sono le sue amiche, quelle di sempre, quelle con cui per cinque anni ha fatto progetti, ha riso e ha pianto, si fa spazio tra di loro, gesticola eccitatissima, nasconde le mani nelle maniche della maglietta che lascia poi cadere a penzoloni e tutto d’un fiato richiamando l’attenzione annuncia: “ragazze sono incinta”.Le compagne la guardano chi attonite, chi rispondendo all’eccitazione con gioiose esclamazioni di congratulazioni, chi abbracciandola, chi limitandosi a un semplice “che bello” per poi attivare la curiosità e dire: “dai racconta, cosa farai ora?”
“Sono incinta e finalmente dopo gli esami sposo Luigi, abbiamo già fissato la data, ho già scelto anche l’abito, bellissimo, bianco, ampio con un lungo strascico che parte dal velo fermato da una coroncina”.
Sfila le mani dalle maniche e mostra un luccicante anello di fidanzamento, uno zaffiro circondato da piccoli brillantini che i futuri suoceri le hanno regalato per l’occasione.
Ma ancora le novità non sono finite Alice non vede l’ora di continuare: “ i genitori di Luigi hanno pensato anche alla casa, quella della nonna che da qualche anno è al ricovero, è stupenda, l'abbiamo arredata con mobili nuovi in legno, dobbiamo solo pensare alla cameretta, appena sapremo il sesso”. Il gruppetto si agita, si stringe attorno ad Alice che non riesce più a trattenere l’emozione batte le mani, saltella abbraccia chi le sta intorno e, per finire: " ieri mi hanno consegnato anche la lavatrice, non ci potevo credere, finalmente oggi mi sento una vera donna”.