Era quasi mezzanotte quando sentì bussare con insistenza alla porta. Era dicembre e fischiava un vento gelido di tramontana. Le imposte delle finestre sbattevano senza sosta. La giovane prestò un attimo di attenzione chiedendosi se avesse sentito bene o fosse stato il vento ad ingannarla. Un altro colpo. Questa volta si alzò, si vestì in fretta e trattenendo il respiro andò ad aprire la porta. Venga subito a casa, mamma ha le doglie- fu quello che le disse in maniera concitata un ragazzo chiuso nella sua consunta giacca di lana e intirizzito dal freddo. Non pensava che proprio la sera del suo arrivo in quel paesino avrebbe dovuto rispondere alla sua prima chiamata come levatrice condotta. Si avvolse nel suo scialle di lana e con una mano afferrò la capace e fedele borsa che le avevano insegnato a riempire con tutto l'occorrente e che non l'avrebbe mai abbandonata nei suoi anni di professione.
La giovane si chiamava Amalia, ma tutti l'avrebbero conosciuta e imparato a rispettare come la signorina Amalia, o la mammana, appellativo usato in quelle zone per indicare appunto la levatrice, mamma di tutte le mamme. Per molte donne Amalia divenne anche cummari Amalia, visto che veniva spesso richiesta come madrina di bambini che aveva salvato con le sue abili cure da morte sicura.
Negli anni, Amalia prese l'abitudine di dormire vestita. Indossava sia d'estate sia d'inverno due gonne e due vestiti e non disfaceva mai il letto preferendo dormirci sopra con una coperta addosso. Questo, diceva lei, per essere sempre pronta a qualsiasi ora della notte, ma in realtà lo faceva perché sentiva sempre freddo. Dio, però, le aveva donato una salute di ferro, solo così era riuscita a superare le fatiche della professione, andava sempre in giro a piedi e percorreva a volte chilometri nelle campagne, e le nottate in bianco che spesso trascorreva a fianco delle sue pazienti.
Il ragazzo camminava al suo fianco portando appesa al collo una lanterna per avere le mani libere da tenere nelle tasche e ripararsi dal freddo. La casupola dove abitavano si trovava poco fuori dal paese. Si trattava di un'unica stanza fredda e disadorna. Come mai nessuno ha acceso il fuoco? - disse Amalia in tono di rimprovero. Si chiese da dove le fosse venuto quel coraggio. Era il suo primo parto: sarebbe stata all'altezza? E se ci fossero state delle complicazioni? Fece accendere anche il lume a petrolio. Ho bisogno di luce per aiutare vostra moglie, disse quando il contadino si lamentò del fatto che il petrolio costava caro.
La puerpera si lamentava e le doglie ad intermittenza la facevano contorcere dal dolore. Amalia la visitò, non era ancora pronta. Chiese se fosse primipara, ma si pentì subito della domanda: il ragazzo che l'aveva chiamata aveva detto mia mamma. Non voleva che pensassero che non era all'altezza, ma dalle facce dei presenti si capiva che nutrivano dubbi sulle sue capacità.
Amalia aveva vinto il concorso come levatrice condotta, ma l'esame più importante della sua vita stava per svolgersi in una casa di campagna nel cuore di una fredda notte di dicembre. (CONTINUA)