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Autobiografia

La tabacchiera

Di Adriana Giotti - Scritto da Esordiente - Editato da Ro Carver
Pubblicato il 01/09/2020

Dopo "Vicolo Baiamonte", pubblico un secondo brano tratto dal libro a cui sto lavorando

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 All’ingresso di vicolo Baiamonte, al piano terra della palazzina attigua al magazzino dove nonno Giuseppe stoccava le merci di cui faceva commercio, abitava una zia di mia madre, la sorella maggiore di nonna Cristina.

Angela Bannò, che tutti chiamavamo “zà Ancilicchia”, era nota per i consigli che elargiva con la prudenza di chi è restio a immischiarsi nelle faccende altrui, e soprattutto per i verdetti salomonici che emetteva con la riluttanza di chi, suo malgrado, è costretto a giudicare il prossimo.

Amava i proverbi, e spesso li citava nella convinzione che l’esperienza comune a molti è sempre frutto della verità e maestra di vita.

Nonostante fosse molto riservata, sopportava con infinita pazienza le frequenti invasioni di parenti e vicini che ricorrevano a lei per dirimere liti e controversie. Senza interrompere l’occupazione cui era dedita nel momento in cui gli invasori prendevano d’assalto la sua casa, volgeva uno sguardo rassegnato verso la porta d’ingresso, e si preparava ad assistere al solito rimpallo di minacce e reciproche accuse.

Con il distacco di un esperto di anime, zà Ancilicchia seguiva in silenzio il caotico sciorinare dei torti subiti e delle ragioni millantate dalle parti, e accoglieva con equanime indifferenza le presunte prove rese a dimostrazione dell’innocenza dell’uno o dell’altro dei litiganti. La sua impassibilità s’incrinava solo quando uno di questi commetteva l’errore d’invocare il cielo a testimone della propria innocenza.

A quel punto, la zà Ancilicchia interrompeva l’immobilità a cui si era costretta per lasciare più spazio agli invasori o forse per non esserne travolta, e dava inizio a un rito che nessuno di quelli che la conoscevano avrebbe mai osato interrompere. Con una calma che raggelava gli ardori degli attaccabrighe, si avvicinava al quadro della Sacra Famiglia, appeso alla parete di fronte all’ingresso, portava la mano sinistra sul petto scarno, e con la destra si segnava con il segno della Croce. Con gli occhi chiusi e le labbra serrate, abbassava il capo, come se dicesse “sì”, e allargava le braccia. Poi si girava verso gli invasori e li guardava, quasi fosse in attesa di una risposta, una parola di conforto, un po’ di sollievo. Ma nessuno osava fiatare. Zà Ancilicchia si lisciava il grembiule che indossava sempre quando era in casa, ed estraeva dalla tasca destra la sua tabacchiera. A quel tempo alle donne “oneste” non era concesso fumare, potevano solo annusare il tabacco, che conservavano in deliziose tabacchiere. A seconda delle proprie disponibilità economiche, le tabacchiere potevano essere di legno semplice o intarsiato, o d’argento con decorazioni di madreperla, pietre dure o preziose, e persino oro. Quella della zà Ancilicchia era di legno nero, con il coperchio decorato con madreperla.

Allora, l’unico suono percettibile in casa era lo scatto prodotto da quella scatolina, da cui la zia pinzava, tra il pollice e l’indice, una generosa dose di tabacco, seguito da una vigorosa sniffata di quelle narici che sembrava avessero finalmente ripreso a respirare.

Poi, con una voce appena udibile, ma carica dell’autorevolezza che si conquista per i meriti e i pregi, emetteva uno dei suoi verdetti inappellabili. C’era qualcosa nello sguardo e nella voce di zà Ancilicchia che non ammetteva obiezioni. I suoi occhi sembravano vedere quello che gli altri ignoravano, la sua voce risuonava da profondità e altezze inaccessibili ai più. In ogni sua parola e azione si manifestava la consapevolezza che non è dall’alto che riceviamo meriti e virtù, ma dal basso, nell’intestina e quotidiana lotta contro i vizi umani.

Spesso ripeteva “Puru u Signuri fu crucifissu pi peccaturi”.

Zà Ancilicchia non anelava a correggere e tantomeno a giudicare il prossimo, semplicemente si aggrappava alla fede per rendere la sua vita quanto più possibile coerente al Cristo a cui dava del “Voi”. Era operaia nella vigna, frutto e primizia dell’umanità.

Quando finalmente gli invasori lasciavano la sua casa, zà Ancilicchia cadeva stremata sulla sedia sotto il quadro della Sacra Famiglia, e con la voce stanca sussurrava “Signuri Vi ringraziu”.

Per il parentado e gli abitanti di vicolo Baiamonte, la zà Ancilicchia era la Corte di Cassazione. Per mia madre era l’unico conforto, le braccia che avevano sostituito quelle di nonna Cristina. Per me e i miei fratelli, era la tana in cui trovavamo sicurezza e pace, era il modello da imitare, la risposta a miriadi di “perché?”


"Vicolo Baiamonte" è dedicato a Marghe Mesi e Silvia Lenzini. Questo è il mio umile "grazie" anche ai tanti utenti di Typee che, con i loro consigli e suggerimenti, mi aiutano a dare forma alla mia più grande passione: la scrittura.

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Ama ha votato il racconto

Esordiente

Semplicemente stupendo! Un racconto d'altri tempi, di grande impatto visivo ed emotivo, la narrazione è così reale che sembra trasportare il lettore in uno spazio temporale in cui è spettatore di scene di vita comune, sublime il passaggio della tabacchiera, attraverso di essa la protagonista trae quella forza necessaria nel dare il responso alla controversia, senza che si possa replicare. Radici di memoria in cui la Sicilia regna sovrana con frammenti di lingua parlata. Piaciuto e apprezzato molto. I miei più sinceri elogi Adriana. Plauso!Segnala il commento

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Calamaio ha votato il racconto

Esordiente

Di tanto in tanto passo a leggere dei racconti e stavolta mi è andata proprio bene. Bellissimo complimenti!Segnala il commento

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Flying_Dan ha votato il racconto

Esordiente

È sempre molto interessante leggerti, poi rileggerti e pensare a dettagli come quello originale della tabacchiera. Grazie per averlo condiviso!Segnala il commento

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Anonimo ha votato il racconto

Esordiente

Molto bello da leggere!Segnala il commento

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Franco Battaglia ha votato il racconto

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Bruno Magnolfi ha votato il racconto

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caio bongiorno ha votato il racconto

Esordiente

Bello il rituale; il rituale è saggezza. Nelle cerimonie (magiche, religiose, ma anche processuali) è scandito da una rigida sequenza procedimentale. Serve a spogliare dai particolarismi e trasportare le persone che vi partecipano in una comune dimensione, nella quale il giudizio finale viene riconosciuto ed accettato. Deve quindi essere autorevole, il giudice. Soprattutto amorevole. Segnala il commento

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giumer1972 ha votato il racconto

Esordiente

Zà Ancilicchia, una donna fantastica che fa venire in mente le grandi donne del Sud, con la loro saggezza e quel pizzico di alchimia nei gesti e nei pensieri. Segnala il commento

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Frato ha votato il racconto

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Annacod ha votato il racconto

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Sonia A. ha votato il racconto

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Santiago66 ha votato il racconto

Esordiente
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Luciano Rossi ha votato il racconto

Esordiente

Straordinario racconto. Uno dei miglioriSegnala il commento

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Auro Vinx ha votato il racconto

Esordiente
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ipa ha votato il racconto

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AlessiaC ha votato il racconto

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Anonimo ha votato il racconto

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Stefania Matarese ha votato il racconto

Scrittore

"In ogni sua parola e azione si manifestava la consapevolezza che non è dall’alto che riceviamo meriti e virtù, ma dal basso, nell’intestina e quotidiana lotta contro i vizi umani", è bello leggere un racconto e trovare degli spunti arguti come questo. Complimenti per lo stile e grazie a te per avere condiviso.Segnala il commento

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Gef Coco ha votato il racconto

Esordiente

Ciauru di Sicilia.Segnala il commento

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Stefano Sabattini ha votato il racconto

Esordiente
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StefaniaSR ha votato il racconto

Esordiente
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Urbano Briganti ha votato il racconto

Esordiente

Sono i preziosi ricordi del cuore, impressi per sempre nella memoria e nell'anima, quelli che ci accompagneranno per tutta la vita - le esperienze indelebili e uniche della nostra infanzia - preziose e inestimabili - ed è anche per questo che ringraziamo specialmente chi ce ne fa dono, come in questo caso, Adriana, che ringrazio in special modo e di cuore. Un caro salutoSegnala il commento

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Italo ha votato il racconto

Scrittore

Bel racconto d'altri tempi. Scritto con maestria e leggero da leggere Mi ricorda le sagge signore col "tuppo" che abitavano Torre Annunziata una volta..Segnala il commento

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Daniela.A. ha votato il racconto

Esordiente

Un bellissimo film di ricordi. Spero di vederti presto riconosciuta come "Scrittore"Segnala il commento

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Anzeledda ha votato il racconto

Esordiente
Editor
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Tiziano Legati ha votato il racconto

Esordiente
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eyepizzapie ha votato il racconto

Esordiente

Non capisco perchè una scrittrice capace come te sia ancora costretta al limite delle 5000 battute. Ma sai che ti dico? Che certamente questo non ti è da ostacolo per regalarci dei racconti davvero ben confezionati. Grazie!Segnala il commento

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Antonio Tammaro ha votato il racconto

Scrittore

Complimenti Adriana! Segnala il commento

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RoCarver ha votato il racconto

Scrittore
Editor

Come ti avevo già detto, bellissimo, complimenti Adriana! Segnala il commento

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Anonimo ha votato il racconto

Esordiente

Echi di Eduardo De Filippo: anche le tue opere, come le sue, si basano su un’attenta osservazione e descrizione della società – rispettivamente, palermitana e napoletana – e mettono a fuoco i legami che intercorrono tra i membri di una famiglia. Complimenti! Segnala il commento

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Valentinacomesai ha votato il racconto

Scrittore

Viene voglia solo di dire: ancora, raccontaci ancora!Segnala il commento

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Anonimo ha votato il racconto

Esordiente
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Robycomu ha votato il racconto

Esordiente

scritto in modo esemplare. brava continua così.Segnala il commento

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terrybu ha votato il racconto

Esordiente

Come sempre bellissimo. Dato che ho letto che ti piace ricevere anche qualche appunto, mi permetto. Mi piacerebbe sentire un po' di più la ruvidezza del dialetto anche nel ritmo del racconto.... Secondo me, questi personaggi così ben tratteggiati e antichi ne ricaverebbero grande vantaggio, sbucando fuori con tutta la forza universale dell'origine.Segnala il commento

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Ezio Falcomer ha votato il racconto

Scrittore

Si sente tutto il patrimonio della narrativa sugli Umili e i Vinti, Manzoni, Verga, Silone, C. Levi, Sciascia, echi anche da Garcia Marquez.Segnala il commento

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Elkele ha votato il racconto

Esordiente

Cara Adriana "ca si bedda" Questi racconti sono perle levigate per il lettore Io vorrei fossero più corallo perché credo di sapere quanto ne hai Vulissi sintiri anticchia chiú sciauru da bedda Secilia perché ti ho già sentita più sbottonata ma ne Vulissi i chiú Bellissimo testo raffinato e che mi prende in particolare Contento delle voci/dialogo cimeli(rimanendo aimé discreta per il lettore: a me non bastano mai!) Tiraci giù un po' di quella vita delle frasi del guazzabuglio Pagano/Cristiano Siciliano che é storia all'ennesima che può essere solo vissuta ed assorbita, mai facile da esplicare, ma con qualche proverbio, frase, soprannome o massime dei nostri siculi baluardi ne possiamo in parte stragodere. Mettici un po di "milza"...u sciauru du mircatu...oltre Tippi Detto questo(e scusa se mi son fatto prendere) nu vaso ka si biddaSegnala il commento

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Katzanzakis ha votato il racconto

Scrittore

Che poi, alla fine, di che altro si vive se non d'attesa, quel momento magico totipotente, staminale, in cui tutto, ciò che si teme e cui si aspira, è possibile? Alla bravura dell'autrice ricordarci come ci siano persone capaci di interpretare, con naturale predisposizione, il ruolo di profetessa, in diretto contatto con il divino. Alla maggioranza di noi restare a mezzo del guado, in attesa di conoscere il nostro destino. Sanguigno e convincente.Segnala il commento

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Paolo Sbolgi ha votato il racconto

Scrittore

Bravissima Adriana! Zà Ancilicchia esce dalla pagina con una forza, un nitore che ti rimane in testa. Bello e dolce l'amore per la tua terra, con gli inserti in dialetto perfettamente inseriti. Un "forza, non mollare" per il tuo romanzo Segnala il commento

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Federico D. Fellini ha votato il racconto

Scrittore

Ottimo pezzo, con grande capacità di descrivere un personaggio e un ambiente in maniera realistica e credibile. Segnala il commento

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Messina Giuseppe ha votato il racconto

Esordiente

Bravissima, mi sembra uno scritto a tutto tondo con le sue dovute decorazioni armonici di sapienti e salienti descrizioni pescati con accurata ricerca dell'equilibrio narrativo da una bravissima scrittrice Segnala il commento

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Anonimo ha votato il racconto

Scrittore
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Roberta Spagnoli ha votato il racconto

Scrittore

Sempre bello leggerti!Segnala il commento

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Paolo Basso ha votato il racconto

Scrittore
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Jean per Jean ha votato il racconto

Scrittore
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Anonimo ha votato il racconto

Esordiente

Bellissimo anche questo, il dialetto rende più reale la realtà, Camilleri lo sapeva. Complimenti!Segnala il commento

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MargheMesi ha votato il racconto

Esordiente

Sei riuscita a creare magistralmente la figura di una speciale Sibilla. La Sibilla del paese, della famiglia. Ieratica, ineffabile, carismatica. Un magnete che attrae gli umani in attesa di un responso. Come le foglie della Sibilla disperse dal vento, così il fumo cattura aereo lo sguardo di chi assiste, di chi attende. Anche il Lettore si mette in coda, ad attendere. Un'atmosfera densissima di epifania, come in Vicolo Baiamonte. Un'atmosfera che irretisce il Lettore, lo interroga, lo incanta. La tua dedica è un omaggio davvero speciale! Grazie Adriana!Segnala il commento

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Laura Chiapuzzi ha votato il racconto

Scrittore

Faccio una breve premessa: ho visitato due volte la tua regione in quanto la mia amica del cuore (con la quale sono cresciuta) è siciliana e frequentando la sua famiglia e i suoi parenti quando sono stata laggiù ho avuto modo di esplorare usi e costumi di quei luoghi, per cui leggere il tuo racconto per me è stato un po’ come tornare là. I personaggi che hai descritto, qui come nel precedente, sono vere e proprie figure da romanzo, pur essendo il tuo libro in costruzione forse un lavoro più autobiografico. Molto bello, un affresco che riunisce vizi e virtù della tua terra, comuni se non nella forma, nella sostanza, ad ogni luogo o paese. Verga, o Pirandello, tanto per citare due grandi autori del sud, approverebbero, lo so. Tienici al corrente degli sviluppi.Segnala il commento

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blu ha votato il racconto

Esordiente

affascinante ... che brava !Segnala il commento

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Barbara ha votato il racconto

Esordiente
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Marco Verteramo ha votato il racconto

Scrittore

La forza autentica della tua scrittura unita alla capacità di portarci i tuoi ricordi sul divano, accanto a noi, quasi in carne e ossa. È uno spaccato emozionante che mi trasporta al mio vissuto anni 80 (la tua zà Ancilicchia era la nostra Comare Nata, solo senza tabacco) Una volta terminato lo vorrei nella mia libreria. Segnala il commento

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carlomariavadim ha votato il racconto

Esordiente

Bravissima Adriana! In bocca al lupo per il tuo libro. Hai anche un grande cuore: la dedica a Marghe e Silvia è carinissima.Segnala il commento

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Franco 58 ha votato il racconto

Esordiente

I dialetti... che scrigni di tesori, che si sono sedimentati nei secoli, nei millenni. Ognuno di loro, è un distillato di umori e sensazioni levigato dagli usi e dal lavorio del tempo, apparentemente casuale, ma assolutamente preciso e veritiero testimone del momento che lo ha visto nascere, proprio come tua zia Ancilicchia, che aveva raccolto la propria sapienza, assorbendo gli umori della sua vita, le ragioni e il vocio delle persone, all'interno di quella tabacchiera, e ogni volta che la apriva, annusava il tabacco, come una rabdomante olfattiva, e ci trovava la risposta ai dubbi e alle questioni irrisolte di Vicolo Baiamonte. Segnala il commento

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Roberta ha votato il racconto

Scrittore

antichi e informali incontri di mediazione familiare. e poi quella tabacchiera, ah, quando entra in scena la tabacchiera sento come uno scatto, nel racconto, come un passaggio a un livello superiore di intensità e ritualità (come l'ingresso della vera star).Segnala il commento

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Naoomi ha votato il racconto

Esordiente
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albertomineo ha votato il racconto

Esordiente
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Sofia Nebez ha votato il racconto

Esordiente
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Ondine ha votato il racconto

Esordiente

Quanto è bello questo quadro della tua Sicilia, scrittura eccellente con atmosfera affascinante e ricca di umanità. Segnala il commento

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Sebastiano P ha votato il racconto

Esordiente

L'invidia feroce che provo per la tua profonda conoscenza della lingua italiana. Bello, pieno, rotondo e con le virtù di chi può permettersele. Davvero, impeccabile.Segnala il commento

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Laure h ha votato il racconto

Esordiente

Bello! Un viaggio, una cartolina...E la passione si sente tutta, l.amore per la parola e la cura nel dare forma, pure. Segnala il commento

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Silvia Lenzini ha votato il racconto

Scrittore

Un racconto che si sviluppa e ci avviluppa con immagini talmente vivide che non si capisce se le stiamo leggendo o guardando in un super8. Il tuo lessico ineccepibile restiuisce con la stessa definizione immagini ed emozioni. Non vedo l'ra di leggerne ancora, il più possibile. Questo per quanto riguarda il racconto. Per la dedica, sono talmente emozionata che non so cosa dire. Grazie, Adriana.Segnala il commento

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Violeta ha votato il racconto

Esordiente

Piaciuto molto, è bello conoscere altri mondi. Auguroni x il libro :))Segnala il commento

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Tella ha votato il racconto

Scrittore

Scrittura affascinante. Complimenti Adriana Segnala il commento

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Graograman ha votato il racconto

Scrittore

E il romanzo prende forma!Segnala il commento

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Danilo Gori ha votato il racconto

Esordiente

Forse non sono in grado di darle consigli, perché a me piace già molto così quando scrive, anche perché ci svela qualche segreto siciliano, terra che amo Segnala il commento

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Davide Marchese ha votato il racconto

Scrittore

Personalmente ti considero una meravigliosa cantrice! Spero che quando finirai il tuo libro troverai un editore in grado di farmelo acquistare! I miei più sinceri ed ammirati complimenti Adriana. Un saluto!Segnala il commento

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di Adriana Giotti

Scrittore
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