Telefono satellitare, località segreta.
“Sì”.
“Delta cinque, confermare”.
“Coscienza fantasma”.
“Confermato. Arrivo codice 227, venti minuti”.
L’uomo guarda alla finestra le nuvole passare veloci, il sole è ancora alto.
C’è tempo per un altro Black Label.
L’elicottero atterra con difficoltà, scendono due barellieri assieme a una donna in tuta mimetica.
Con il loro carico si presentano alla porta aperta, un cenno d’intesa e l’ospite viene disteso in camera.
Dalla mimetica la donna estrae un fascicolo e lo porge all’uomo.
Due minuti, nonostante il rotore a regime l’elicottero patisce il vento al traverso, il pilota sollecita i tre passeggeri e riprende quota.
L’uomo si chiude la porta alle spalle, indugia per un istante sul soglio della camera poi si siede accanto al letto.
Apre il fascicolo, osserva.
Capelli neri, taglio wolf cut, trucco leggero, volto pulito.
Sembra impossibile che questa giovane donna si sia laureata in Lingue all’età di tredici anni.
A sedici è stata reclutata mentre intratteneva una delegazione del Qatar evitando una crisi diplomatica.
A diciassette aveva già ottenuto onorificenze nei cinque continenti.
L’effetto del sedativo termina, lentamente apre gli occhi, si mette a sedere.
Dal taschino interno del giubbotto estrae la custodia degli occhiali, li indossa e si avventa sull’uomo.
Abbracciandolo “Ciao, papà!”.
Ricambiando “Buon compleanno, terremoto”.