Le case, la sera,
piatte, azzurrate dai lampioni
e gonfie di pensieri buoni
e di spaghetti.
Le case le sogno.
Le case dei miei sogni, la sera,
costruite dai miei muratori neuronali,
e intrise di quella malinconia
bella,
esistono come vecchi monasteri
nell'oblio.
Le bacio, di baci di ciliegia,
le stringo come una necessità amara,
tutte in un quartiere,
le case del mondo,
tutte in rigoglioso assetto,
nella parte più delicata della mia mente.
Fugge il tempo e ci ricolma
i bidoni con nettezza;
io distante e abbandonato,
sogno le case vive che altri anno sognato;
mi fermo cadenzando,
con le lacrime dei fiori
come fosse la mia commozione
un fatto naturale:
quanto vi amo, voi,
che riempite di calore queste strettoie.