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Non-fiction

Le Donne che Siamo: contro la violenza

Pubblicato il 15/03/2023

La violenza di genere si trascina dietro da sempre conseguenze disastrose, non tanto per chi la subisce, quanto per la società nel suo insieme.

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L'UOMO CHE SEI...

Hai fatto terra bruciata di tutti gli amori.

Hai sbranato, distrutto, ridotto a brandelli, non solo ciò che era di tua esclusiva, ma anche il condiviso. Hai succhiato la vita da una ferita, dopo averla aperta con pazienza e discrezione, tanto che nessuno ti ha notato. Sei stato abile e preciso, come il tremore alla mano che regge il bisturi. Per anni hai studiato i confini, superato lentamente limiti e con spietata crudeltà sei infine apparso. Non la tua casa, non la tua gente, ma solo tu. Anima nera di greggio, vischiosa, che intrappola ed uccide.

...LE DONNE CHE SIAMO.

Chi ci è caduto è soffocato, ma non lei. Lei ti ha visto in tempo, lei è sopravvissuta. Come chi prima di te ha cercato di portarla via, hai fallito. Non puoi niente contro la forza del legame. Tu solo, senza nessuno, nessuno puoi avere. L'uomo che sei è stato smascherato, se di uomo si può parlare. Vuoto di tutto, perfino la tua maschera cola. Ed ora che ti vediamo scappa, perché la tua paura su di noi non ha effetto. Non ci avrai mai: è la forza dell'unione. Perché è da sempre che addosso a donne come noi tutto di te s'infrange e nulla di noi si distrugge. E quindi scappa, fuggi, nasconditi. E se capiterà che uno come te, incauto, dovesse avvicinarci, renderemo il dolore che hai inflitto, tu a cuor leggero, noi con mano pesante. Scappa, fuggi, nasconditi, che se ti troviamo, apprezzerai ben meno la tua stessa arte. 


LA CURA

Celeberrima canzone d'amore, considerata iconica. Ma osserviamo i fatti. Noi facciamo la spesa, cuciniamo, laviamo i piatti. Rifacciamo il letto, laviamo, stiriamo, pieghiamo vestiti. Facciamo, educhiamo e cresciamo i figli. Lavoriamo. E tu ti prenderai cura di noi? Perché? Perché siamo esseri speciali? Benissimo. Sono molto curiosa di sapere quanto duri senza di me, dopo che me ne sarò andata sbattendo la porta. Quello che dico vale meno, quello che faccio non viene apprezzato, e la mia costante lotta per far sentire la mia voce viene sminuita, e quest'ultima zittita. Credi che io abbia bisogno di te più di quanto tu hai bisogno di me, ma non vedi che il ricatto è solo economico, perché sì, lavoro quanto te, dovrei esserti pari, ciononostante guadagno meno. E non parlo solo del lavoro domestico, che non mi viene riconosciuto, ma anche del lavoro salariato, che mi vedo retribuito il quindici per cento in meno. Prima di dire che ho bisogno della tua protezione, impara ad autogestirti. Io me la cavo benissimo con tutte le mie difficoltà, ma la vera cura, oggi, la faccio per me stessa, e me ne vado dal tuo ricatto patriarcale. Sono stanca, stanca di sentirmi dire che devo sorridere. Stanca dei commenti sulla mia forma fisica, mascherati da complimenti. Sono stanca di aver paura ad uscire da sola, stanca di dover sempre fare più fatica di te. Non è una menomazione quella che mi porto dietro, non come quella stanghetta che il tuo cromosoma si è perso per strada. Io non sono diversa. Io non sono inferiore. Io non sono meno. Sono solo stanca, stanca, stanca di dover sempre lottare contro i mulini a vento, in una società che mi vuole poliedrica ma sempre centrata, sorridente, disponibile. Sono stanca di tenere dietro a tutto, e venir considerata per questo una brava donna, ignorando cosa voglia dire essere davvero donna, senza etichette qualitative. Che poi, a voler ben vedere, che cosa me ne frega di quello che pensi?



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Wilson Milton ha votato il racconto

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1) un testo pieno di luoghi comuni, che segue l’idea romantica della donna meno emancipata, che aspetta la rivincita sociale e di sè stessa contro un nemico che, di fatto, non c’è. 2) il conformismo del pensiero si riversa pure sulla struttura del testo, che diventa una specie di appunto preso alla serata di un centro sociale o ad un comizio che tenta di imitare quelli veri degli anni 70; 3) non hai capito la canzone di Battiato; 4) se vuoi fare arte, mettiti nei panni SOPRATTUTTO di chi odi. 5) se vuoi fare politica, cerca almeno di inventarti qualcosa di nuovo; 6) il conformismo di questo testo ha a che fare anche col pensiero che hai delle donne. Dividi generalizzando, alla fine ti rendi non tanto diversa dai maschilisti conformisti. 7) immagina ora che un uomo scriva le stesse cose che hai scritto sul maschio, però su una donna. Segnala il commento

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Sofia Nebez ha votato il racconto

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Leggotutto ha votato il racconto

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E' triste vedere come le giovani donne debbano ancora fare i conti con i temi e gli argomenti che si affrontavano, nuovi, negli anni 60-70 e che ancora non vengono capiti. "L'uomo che sei, le donne che siamo" sembra far riferimento a fatti reali, finiti tutto sommato bene grazie a forti legami di sorellanza. L'unica vera Cura a certi malanni sociali sempre tanto attuali. Amo Battiato e questa canzone, ma sorrido alla provocazione così ben riuscita. Brava! Di generazione in generazione si porta a casa qualche risultatoSegnala il commento

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pservo ha votato il racconto

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Ciao. Senza nulla togliere ai tuoi robusti argomenti, mi dispiace per la canzone La cura di Battiato perchè pare che, nonostante sia stata trasformata in melensa canzone da cantare ai matrimoni, fosse in origine un ragionamento filosofico sull'essere umano in generale, quindi non un uomo che parla a una donna, ma un essere umano che si rivolge alla sua stessa natura. Segnala il commento

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Urbano Briganti ha votato il racconto

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di La So

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