Martedì ti ho intravisto mentre prendevi un caffè.
Ti ho potuto osservare con calma.
Avevi occhiali belli, alla moda, ma sul tuo viso non vanno bene.
Se ci fossi stata io quando li hai scelti te li avrei consigliati diversi.
Li devi mettere più grandi e poi a goccia, non rotondi.
La maglietta bianca va bene.
Anche i jeans. Trovo che questa combinazione sia sempre molto cool.
I jeans però potresti portarli molto più lunghi o molto più corti, così sono troppo normali.
Anche i capelli, li devi accorciare di più sulla nuca, più deciso il taglio, più netto. Così sembri un attore dei fotoromanzi, quelli che leggevo da piccola, dal parrucchiere.
Così ti ho immaginato alzare lo sguardo, incrociare il mio e far uscire un fumetto dalla bocca, proprio come nei fotoromanzi, con lo sguardo stupito ed emozionato.
Non è facile far trasparire l’emozione e lo stupore in un solo fotogramma.
In pochi secondi ho immaginato di scattare almeno venti foto per farti venire come vorrei vederti io.
Hai guardato il telefono almeno dieci volte, sei diventato giovane da quando stai con la Mazzini.
Fa ridere, la Mazzini, l’ho chiamata io così perché è “giovine”, come la Giovine Italia di Mazzini. Il mio amico Marco dice che è bella perché, in primis, è alta.
Ogni volta gli chiedo come mai una donna con le gambe lunghe è meglio di una con le gambe non lunghe… e lui risponde sempre “ma che domande fai?”
Hai anche dei profili social adesso (detto dal Marco) come i giovani, vedi? Così la segui, la Mazzini, vedi cosa fa, cosa pubblica.
Avrà messo delle foto di voi due che fate “quella roba lí” che chiamano apericena, voi due in Piazza San Marco con i piccioni, voi due davanti al Duomo di Milano, voi due con lo spritz e le olive a Milano Marittima.
Mi piacerebbe chiamarti, dirti “alza gli occhi e dimmi cosa vedi a sinistra della siepe” ma non chiamo. Ho già un elenco di risposte che potresti fornirmi e non me ne piace nemmeno una.
Non sai quante volte sono passata sotto casa tua col pensiero di suonare e invece me ne sto lí sotto senza battere ciglio.
Sto diventando infantile e patetica.
Sento un dolore strano, sa di ferro, non ha nome, non si cura.
Comunque Facebook è da vecchi.