Enjoy your flight.
Sistemo il bagaglio nella cappelliera. Prendo il mio posto, 19F. Al centro, lato finestrino. Riesco a vedere l'ala. Arriva il mio vicino. Fa lite col suo bagaglio rigido. "Oggi è na' iurnata e' merda", dice a denti stretti. Ha fatto crescere dietro la sua schiena una piccola fila di gente che lo guarda infastidita. Prende il suo bagaglio e lo sistema nella cappelliera di fronte. Finalmente si siede. La gente inizia a defluire come l'acqua di un piccolo canale. Gronda un sudore acre, lui.
"Che vai a fare a Tenerife?"
"Vacanze, sulla Costa Adaje."
"Pure tu lì, solo?"
"Che male c'è?"
"Fai bene, fai bene e visto che sei solo ti consiglio una bella spiaggia per nudisti a nord della costa. Si chiama Playa Diego Hernandez. La riconosci subito perché per arrivarci devi salire e scendere una collina piena di pietre vulcaniche. Lì è il paradiso!"
"Ah, non la conosco..."
Please remain seated and fasten your seatbelts...
Una coppia sulla quarantina qualche fila più avanti della nostra si abbraccia e si sussurra qualche parola dolce nell'orecchio. Si sorridono. Sono eccitati. Lui le bacia i capelli biondi. Lei ricambia leccandogli la punta del naso. Il mio vicino non li perde d'occhio. Segue ogni movimento dietro la sua montatura da sole e si abbassa la visiera del cappello quando si girano per sbirciare il resto dei passeggeri, oppure finge di raccogliere qualcosa da terra sotto i suoi piedi.
"Sei sposato?" Mi chiede, scivolando lentamente sul sedile.
"No, io e la mia ragazza manteniamo un certo distacco...ha mai sentito parlare del dilemma del porcospino?."
"Un controsenso, amore lo chiamate questo? Chesta è na' farsa!"
"Cos'è farsa e cosa no?"
"Mia moglie mi ha lasciato per un altro. Non riesco a crederci. Dopo vent'anni di matrimonio? Si può che a quarantadue anni questa mi fa ancora capricci adolescenziali? Dopo tutti i sacrifici che ho fatto...li vedi quei due davanti sulla sinistra che fanno i piccioncini? Bhe...chella è mia moglie. Stronza...puttana...troia...guarda questa catenina d'oro che ho attorno al collo, me l'ha regalata che eravamo ragazzi, guarda sulla piastrina, che c'è scritto?"
Gli tremano le mani. La voce è sul punto di trasformarsi in un eruzione di lacrime.
"Per sempre. Clelia."
L'atterraggio inizia a fare pressione sui miei timpani. Ho caldo. Il mio vicino puzza, è strano ed è agitato. Fingo di compiacerlo, per rassicurarlo. Le nostre teste subiscono un sobbalzo in avanti. Siamo arrivati. Ci alziamo tutti in piedi tranne il mio vicino che si è rannicchiato su se stesso. "Passa passa, scenderò per ultimo." Prendo il mio trolley e mi metto in fila indiana. "Addio", dico nella mia mente al mio vicino e alla sua ex moglie che se la spassa con il suo nuovo fidanzato, addio. Invece non era un addio.
Ore 19:00. Arrivo in hotel. Faccio una lunga doccia fresca. Ceno qualcosa al volo giù in sala. Risalgo in camera. Mi spoglio e mi metto sul letto. Imposto la sveglia. Mi accorgo di pensare al mio vicino sull'aereo. "Che è venuto a fare a Tenerife?". Mi addormento.
Ore 8:00
Tolgo il pigiama. Metto le mie scarpe da trekking, un costume da bagno e una t-shirt. Scendo giù per la colazione. Una spremuta d'arancia e un contorno di patate, carboidrati per le mie lunghe passeggiate. Esco dall'albergo senza aver programmato nulla. Dalla Playa del Duque mi dirigo verso nord. Cammino lentamente guardando l'oceano sulla mia sinistra. La sabbia cambia colore, dal chiaro al nero. Ci sono tanti alberghi sulla mia destra. La gente che incontro è molto grande di età. Il clima è mite. Aiuta le ossa gracili. Ad un tratto gli alberghi scompaiono alle mie spalle e mi trovo davanti un'alta collina arida segnata da piccoli sentieri che sembrano sottili vasi sanguigni. Salgo fin su in cima. Il panorama mi mozza il fiato. Abbasso lo sguardo. Noto gente in miniatura nuda come vermi. Mi ricordo del mio vicino in aereo. È la spiaggia nudista di cui parlava. Scendo. C'è un forte vento che mi spinge da dietro. Arrivo sulla spiaggia. Mi guardo intorno, imbarazzato. Poi sento...
"Scusi, deve togliere gli indumenti, altrimenti non può stare qua...potremmo scambiarla per un guardone."
"Scusi. Ma come fa a sapere che sono italiano?"
"Qui siamo quasi tutti italiani."
Inizio a spogliarmi. Mi blocco all'istante. Rigiro la mia faccia in direzione della donna. "Ma quella è Clelia, la ex moglie del mio vicino in aereo!" Coincidenze. Un ghigno di incredulità attraversa il mio viso. Tolgo le scarpe, la t-shirt e tutto. Mi butto nell'oceano. Comincio a nuotare. Tremo. Mi rigiro e nuoto a rana. Sento delle urla provenire dalla spiaggia. "Aiuto, aiuto! Help!". La gente inizia a correre. Non riesco a capire. Mi avvicino ancora aumentando la velocità della mia nuotata. "Chiamate un'autoambulanza!" Avanzo sulla sabbia. "Help, my God". La gente mi sfreccia accanto e si dilegua alle mie spalle. Mi accorgo del corpo di Clelia ricoperto di sangue sulla sabbia. Intorno al collo ha una catenina d'oro con un incisione sulla piastrina.
"Per sempre. Clelia."