Sazi di mani
e carezze e coccole e miele
e docce del dopo
e dita d’argan, e denti
che afferrano tutto
a scoppiare la pancia
e sogni, ballon di
brandy, crepitio
della fiamma
Fido sonnecchia al tepore
persiano
Lamenti
lamenti il caffè
che bolle che scotta
le mani, la pelle
e quel che c’è sotto
Lipa è distante
ma brucia anche il ghiaccio
Tu, priva di luce
insulso dattero
acerbo
fai sparire il divano, unisciti ai cani
inghiotti il tappeto
il pavimento
non è poi così male
non è bianco
non è neve
sei scomoda?
Tu, gravida
di vacuità
pozzo seccato
hai sete?
distruggi il camino
respira sui palmi il tuo stesso
calore
sin quando rimane
hai freddo?
ma sono rosee
le dita dei piedi
demolisci
i muri di casa
hai paura?
ma non arriva l’odore
non ancora dei lupi
figli di Lipa
sulla tua indifferenza
Non tarderanno