La vita è tutta uno schifo? Lo stress sul lavoro vi sta logorando? Siete sommersi dai debiti e il vostro amore non è corrisposto?
Lasciatevi abbattere!
Mettete fine alla vostra ormai inutile vita con un suicidio ben fatto. Che lo vogliate discreto oppure hollywoodiano, che vogliate espiare le vostre colpe con un gesto doloroso o preferiate scivolare dolcemente nell'aldilà, questo è il libro che fa per voi.
IL DOVE
Sembra un aspetto secondario ma la location ha la sua importanza e dipende dall'effetto che volete ottenere. Il mio consiglio è: fate qualcosa di eclatante. Eccheccazzo, è il vostro ultimo gesto, fate in modo che se ne parli nel bar del paese per anni.
Il concetto è: meglio Piazza San Marco della cantina di casa vostra. In quest'ottica i luoghi da preferire sono: piazze molto frequentate, centri commerciali, palazzi usati come trampolini su vie molto trafficate, monumenti famosi (vedi Alberto Sordi in "Un Americano a Roma").
Se invece preferite la tranquillità al gesto plateale, le location più gettonate sono albero con vista su prati in fiore e scogliera a picco sul mare.
IL COME
Qui c'è da sbizzarrirsi.
- Impiccagione: è forse il metodo più utilizzato. Se decidete di usare questo, vi prego, prima informatevi su come si esegue un cappio corretto o vi troverete ad agonizzare per diversi minuti con un nodo che non scorre. Fate in modo di cadere da una certa altezza, così da rompervi subito l'osso del collo. Ultima raccomandazione, legate la corda a qualcosa di molto solido. Ernst Gateway, di Toronto, la legò a una libreria che gli rovinò addosso procurandogli un lieve trauma cranico. Sua moglie entrò in quel momento e gli chiese che diavolo stesse combinando. Lui si inventò che era un nuovo gioco erotico. La moglie, che era la causa principale che spinse Ernst al suicidio, si eccitò e lui fu costretto a fare sesso con lei. Ribadisco: legate la corda a qualcosa di solido.
- Colpo di pistola: altro sistema molto usato ma attenzione a dove puntate l'arma. Chiedete per esempio a Eddie Mulligan, di Dublino, che posizionò la pistola alla tempia ma sbagliò angolazione e adesso beve e mangia da una cannuccia. Se pensate che sotto il mento sia meglio, vi presenterei Dolores Averoldi, di Madrid, che non morì ma si frantumò la mandibola e uno zigomo. Per carità, non che prima fosse Jennifer Lopez ma dopo...sembrava una polpetta vomitata da un cane. La posizione migliore è in bocca, così il proiettile vi passerà dritto dritto attraverso il cervello e non ve ne accorgerete neppure. O quasi.
In Italia può essere difficile procurarsi una pistola. Più probabile è trovare in casa la vecchia doppietta del nonno che va benissimo ma sappiate che poi la stanza si trasformerà nel set di un film di Tarantino.
- Veleno: Sconsigliato a meno che non siate degli esperti di neurotossine o fan sfegatati di C.S.I.
Ezio Montecchi, di Gallipoli, tentò di farla finita con il veleno per topi ma sbagliò dosaggio e tutto ciò che ottenne furono dolori ventrali tipo parto e una piacevolissima lavanda gastrica.
- Sonniferi: Roipnol, Halcion, Dalmadorm, Felison, Nottem, ecc. C'è solo l'imbarazzo della scelta ma non pensiate che basti buttar giù un flacone di pillole come si vede nei film. Bisogna prima prendere un antiemetico per prevenire il vomito, poi i sonniferi (l'amitriptilina funziona bene) seguiti da benzodiazepina a lento rilascio (Valium) e per finire un bel bicchiere di whisky (o grappa se siete più legati alle tradizioni). Insomma, un casino. Molto più facile...
- Buttarsi dall'alto.
Ecco, appunto: dall'alto. Per favore, non fate come Marcel Doufit, di Lione, che si buttò dalla terrazza di casa sua.
Al secondo piano.
Si lesionò la spina dorsale e rimase invalido per il resto della vita che, per inciso, durò altri cinquantotto anni.
Nel prossimo volume analizzeremo altre tecniche, alcune molto originali e spettacolari.
Buona morte.