Di pieno autunno
gialla implode la Luna -
frutto indeiscente
che, chiuso, stringe: lampi
come ghiande, ricordi
baluginati;
foglie fermo immagine:
sa un suono verde
la tua voce che ride;
sa di sete solubile.
A tratti si addensa
l'oblio per un secondo;
sai, si congela
a temperature artiche,
lì, tra i dimenticati.
Tremi di freddo
e poi ti sciogli di sole;
di cioccolato
e sapori rari, forme
fatte a misura d'uomo.
Punto di inizio
a profondità di mare;
linea di sogno
sul confine del giorno,
tra la notte e il crepuscolo.
Tra fiori zitti
fai rumore di baci;
quasi mi sveglia
che è già primavera, ma
riposa la farfalla.