Dovevo per forza credere ai mostri.
Li vedevo riflessi nei tuoi occhi azzurri
nelle pieghe sbieche sul tuo viso
a lato delle narici sbiancate come rami di salice
o pelle macerata dall’acqua salata.
Mi mettevo in mezzo per fermarli i tuoi mostri
ma ero poco per saziare la loro fame
e hanno divorato anche me.
A grandi passi ti raggiungevano
zoccolavano sul tuo petto
tamburavano paure
t’imbozzolavano nell' astio sino a consegnarti
al silenzio che amplifica i rimorsi.
Se avessi potuto avrei combattuto al posto tuo
avrei estratto con i denti il tuo dolore
che suggeva i tuoi pensieri esangui
e le mie invocazioni.