Non c'era niente di difficile o nascosto, nessun mistero, nessun tipo di sotto testo o qualcosa che andava spiegato, non c'era necessità di sondare da nessuna parte né nella sua storia passata né in ciò che avrebbe potuto influenzarla, non bisognava nemmeno spingersi in un'analisi minuziosa della psiche - la questione era ovvia e davvero semplice:
Era tutto finito, il tempo era scaduto e ormai da un bel pezzo.
Lo ammetteva lei stessa benché se non fosse necessario: si portava dietro un'aura pesate, rafferma, qualcosa che se avesse avuto un odore sarebbe stato forse di aria viziata, polvere e naftalina e se si fosse davvero potuto vedere sarebbe stato un effetto seppia o più precisamente di una copertina di un libro sbiadita dal sole a tal punto da essere ormai praticamente bianca.
Tutti lo percepivano e lei non lo negava, e non tentava di nasconderlo.
Da suo canto avrebbe voluto solamente piangere per cinque anni di seguito ma non ne aveva il coraggio e per questo - persino nelle scelte che avrebbe potuto prendere a pena ormai certa - si era ritrovata nello stesso circolo vizioso che la aveva condannata. Percorreva in cerchio tornando sempre al punto di partenza un labirinto che non aveva né pareti né percorso e la cui unica vera uscita la avrebbe trovata smettendo di muoversi, stando ferma - cosa che non si sarebbe mai permessa.