La policy: “no jab, no job” (traduzione: nessuna vaccinazione, nessun lavoro) si sta diffondendo a macchia d’olio in Europa, America e Oceania.
Il 19 novembre scorso il governo statunitense ha chiesto alle aziende private di andare avanti con l'obbligo della vaccinazione anti-Covid per i propri dipendenti, nonostante la Corte d'appello del Texas, Louisiana e Mississippi abbia vietato l’estensione dell’obbligo vaccinale ai dipendenti delle aziende private. "Il nostro messaggio è di continuare con queste misure e proteggere i lavoratori dal Covid. Il nostro messaggio resta questo e niente è cambiato", ha detto la portavoce della Casa Bianca. (Fonte: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Casa-Bianca-obbligo-vaccino-per-aziende-341fddae-3957-4b90-b46a-53f3191f07c9.html).
Il governo neozelandese ha reso obbligatoria la vaccinazione entro il 15 novembre scorso (prima dose) e il 1^ gennaio 2022 (seconda dose) per tutti i lavoratori che svolgono il proprio lavoro a contatto con il pubblico (bar, ristoranti, palestre, parrucchieri, estetisti, eccetera), per i professionisti della sanità, per il personale degli asili nido, per gli insegnanti, per gli agenti penitenziari e per le persone addette all’assistenza dei disabili. L’obbligo vaccinale riguarderà pertanto il 40% dei lavoratori. Fonti: https://www.nytimes.com/2021/10/26/world/asia/covid-new-zealand-vaccine-mandate.html
https://www.health.govt.nz/our-work/diseases-and-conditions/covid-19-novel-coronavirus/covid-19-response-planning/covid-19-mandatory-vaccinations
In Gran Bretagna, molti datori di lavoro non sono più disposti ad assumere candidati non vaccinati e stanno riscrivendo tutti i contratti dei dipendenti. Fonte: https://www.agensir.it/quotidiano/2021/3/3/coronavirus-covid-19-regno-unito-no-jab-no-job-senza-vaccinazione-le-imprese-non-assumono/
Ma la ciliegina sulla torta delle buone notizie sul fronte della lotta al Covid-19 arriva dall’Austria: la vaccinazione diventerà obbligatoria — per la prima volta in un Paese dell’Unione europea — per tutta la popolazione adulta, a decorrere dal primo febbraio 2022.
L‘Italia seguirà a ruota l’esempio austriaco, come è auspicato da gran parte della popolazione? La strada dell’obbligatorietà sembra l’unica percorribile per costringere a vaccinarsi coloro che si ostinano a sostenere la teoria antiscientifica che i vaccini contro il Covid (sperimentati su oltre tre miliardi di persone nel mondo) sono vaccini “sperimentali”.
La storia della medicina ci insegna che la tempestività delle misure adottate per fronteggiare un’epidemia è di fondamentale importanza. In Italia nel 1958 vi furono 8.000 casi di poliomielite, ma il governo avendo fatto scorta del vaccino Salk, autorizzò solo nel 1963 il vaccino Sabin a virus vivo attenuato (più efficace ma più rischioso del vaccino Salk). Secondo lo storico della medicina Giorgio Cosmacini, tale ritardo costò quasi 9.000 casi di paralisi e oltre 1.000 decessi da poliomielite. L’ultimo caso italiano di poliomielite risale al 1982, ma ciò nonostante la vaccinazione antipoliomielite è obbligatoria. I rischi della vaccinazione antipoliomielite ammontano allo 0,1%, a fronte di zero benefici, poiché dal 1987 al 1983 non si è verificato nessun caso di poliomielite in Italia (Fonte: https://bioetica.governo.it/media/1906/p20_1995_vaccinazioni_it.pdf). Tuttavia, la vaccinazione antipoliomielite è obbligatoria, in quanto la malattia potrebbe riaffacciarsi nel Paese a causa dei flussi migratori. Ne consegue che la valutazione del rapporto rischi/benefici per decidere se vaccinarsi o meno contro una malattia infettiva è un parametro fallace.