Non chiedermi certezze
se percorri strade oscure
non battute e acquitrinose:
la palude imputridita ti risucchia,
scivolosa la salita ti risputa
nella nicchia del tuo ego.
Istupidito.
Troppo facile avviarsi
per sentieri ancora aperti
al vecchio mondo:
pannelli dallo sfondo disegnato,
quinte di teatro come specchi
mostrano ruscelli e formicai,
ingressi senza porte
e stanze spoglie.
Di accidia e vani trucchi,
morirai.
Non chiedermi la fuga di prigione,
il ricordo è un ombrellone
che protegge dalle ustioni
del presente:
chiaro il Sole sulla pelle,
tutto è niente,
il tuo sangue che ribolle,
silenzioso.
La tua vita scorre a valle.