Sono le sei e ti vedo entrare. Tonino ti saluta, “il solito?” ti chiede, e tu annuisci. Ti siedi, accavalli le gambe e le attorcigli intorno allo sgabello, come un serpente che stritola la preda. Vi sento parlare, Tonino sbatte il bricco sulla mensola di porcellana, si accarezza i baffi, ti guarda di sottecchi e ti mette davanti il cappuccino.
Quando poi appoggi la tazzina sul piatto, Tonino vede che del cuore di cacao è rimasta solo la punta, che sprofonda piano piano dentro la schiuma. Mentre addenti il cornetto, sento che gli dici “la prossima volta senza cacao”.
Ti sto aspettando. Adesso lascerai gli spicci sul bancone e verrai da me. Fuori il sole non è ancora uscito ma io faccio più luce, e tu ti dirigi verso di me. Non ti togli il cappotto, ti siedi e appoggi la tua Gucci rossa sulle gambe. Hai fretta di iniziare. I tuoi capelli sono raccolti alla rinfusa e le occhiaie pendono come zavorre, ma quando avvicini il viso a me la tua pelle si illumina di un chiarore al neon. Mi sfiori e le luci cominciano a sfarfallare, è il mio modo per darti il buongiorno. Bling, bling, deng! le monete virtuali scendono, si ammucchiano, evaporano, e tu batti di nuovo l’indice della mano destra su start. Sento la tua pelle sudata sui tasti, i rulli girano, sfregano sulla freccia e accendono i tuoi occhi come fiammiferi. “Tra poco mi dai il bonus, lo sento, lo sento…” mi supplichi accarezzandomi, a volte sbatti il pugno sui tasti, “muoviti, non ho tempo da perdere!” mi gridi, e in quel momento temo sempre che tu te ne vada.
Ma è soltanto un attimo, ti sento premere il pulsante “ripeti la puntata” e so che non lo farai, che non te ne andrai.
Oggi, però, ti vedo spenta. I tuoi movimenti sono più lenti, i riflessi non scattano nemmeno quando aumenti la puntata. È stata la telefonata di ieri, me lo sento. Ti sei allontanata un attimo, mi davi le spalle ma io continuavo a lampeggiare, così non ti dimenticavi di me anche solo con la coda dell’occhio. Quando sei tornata, sei rimasta immobile a fissare lo schermo, le ciliegie e i limoni si riflettevano sui tuoi occhi annacquati. Hai guardato il tizio accanto a te, il bicchiere di birra gli era scivolato dalle mani per l’eccitazione e si era inginocchiato a raccogliere la cascata di monete che tintinnavano nella vaschetta metallica.
“Come va, neanche oggi paga, eh?” ti dice lui quando si accorge che lo fissi. Tu annuisci, lui ti dice che “Cuore dell’oceano” è una fregatura, devi puntare su “Crazy cash”, e ti assicura che ci gioca da mesi e non l’ha mai deluso. Ecco, quello mi ha dato della “fregatura” e ora mi lascerai, penso. Punti l’ultimo gettone, devo fare qualcosa. I rulli girano, tu ti aggrappi al display. Sei di nuovo mia.
Tre cuori allineati, la combinazione vincente. Tutti si voltano verso di te, tu esulti e io esplodo di luci e colori. Lascio cadere le monete sulle tue mani e intanto penso che questi sono i cuori che ti piacciono. Altro che i cuori di cacao sul cappuccino. Guardo il tuo volto riflesso sullo schermo, hai le guance arrossate e i tuoi occhi tremolano come i miei neon.
Tiri fuori un altro gettone. So che non mi lascerai mai.